Il generale Luigi Stefanelli. Chi era costui?
Dopo l'uscita del libro di Marco Manfredi e Alessio Petrizzo, pubblicato dalla Tagete, possiamo dire di saperne molto di più. Intanto era il rampollo di una importante famiglia della borghesia commerciale e imprenditoriale di Pontedera che ebbe un ruolo significativo nella comunità tra gli anni '60 del '700 e gli anni '40 dell'800. La famiglia possedeva molte botteghe, dove si lavoravano e commerciavano la lana, la seta ed altri tessuti. Gli Stefanelli fino all'inizio dell'800 davano lavoro a molti operai e possedevano edifici e terre oltre che a Pontedera, a Ponsacco, Lari e Firenze. Luigi nacque a Pontedera, in via Gotti, nel 1803 ma invece che la strada dell'impresa manifatturiera abbracciò il mestiere delle armi. Divenne cadetto, frequentò la scuola militare, poi entrò nell'esercito granducale e salì, piano piano, tutti i gradini della gerarchia. Così, con le armi dei Lorena e i gradi di capitano, combatté nel '48 vicino a Curtatone e Montanara, distinguendosi per il suo coraggio. E nell'esercito face carriera, rimanendo fedele alla dinastia dei granduchi, fino a diventare tenente colonnello. Poi nel '59, fuggiti i Lorena dalla Toscana, giurò fedeltà al governo provvisorio e aderì al nuovo stato nazionale salendo al grado di luogotenente generale. I Savoja, che apprezzarono le sue qualità, lo mandarono al comando di una divisione in Terra di Bari a combattere il brigantaggio tra il 1862 ed il 1863. Nell'anno successivo Stefanelli fu congedato e andò in pensione. Nel luglio del 1867 fece un'ultima comparsa pubblica a Pontedera, dove accompagnò il generale Garibaldi che cercava uomini e soldi per il tentativo di entrare nello Stato Pontificio e annettere anche Roma allo stato nazionale. Di questo episodio resta ancora oggi una lapide importante in piazza Martiri della Libertà. Nell'Ottocento i liberali pontederesi fecero del generale Stefanelli, attraverso la commemorazione di Leonardo Bettini, data anche alle stampe, un simbolo del patriottismo risorgimentale. Oggi Manfredi e Petrizzo, dopo 9 anni di certosine ricerche d'archivio, hanno smontato e rimontato il personaggio, restituendoci, nel libro intitolato "Luigi Stefanelli. Un generale toscano nel Risorgimento", la figura di un militare, con un proprio carattere, con una strategia di carriera, animato da fedeltà verso le istituzioni (inclusa quella granducale), pronto a cogliere le novità e a costruire la propria biografia in quel mare turbolento e complicatissimo che è la vita collettiva.
