Italo Geloni, Ho fatto solo il mio dovere, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera, 2002.
Ho letto solo nei giorni scorsi la testimonianza di Geloni sulla sua odissea nei campi di concentramento tedeschi tra il 1944 e il 1945. Ma una parte delle vicende narrate mi erano note da tanto tempo, perché ho conosciuto Italo negli anni '70 quando aveva appena cominciato ad organizzare i pellegrinaggi e le visite a quello che rimaneva in Europa dei campi di sterminio a Dachau ed in tanti altri siti. Credo che se la Regione Toscana è ancora saldamente impegnata a portare ogni anno 500 studenti delle scuole superiori ad Auschwitz sia anche merito di Italo, che del dovere della memoria e di ricordare l'inferno a cui era fortunosamente sopravvissuto aveva fatto una ragione di vita. Il testo è in questo senso un ulteriore lascito ed un ulteriore impegno di questo formidabile combattente nazifascista che ci ricorda e ci obbliga dolorosamente ma con fermezza a non dimenticare e a non voltare lo sguardo da un'altra parte. Non possiamo ignorare le atrocità dei campi di sterminio. Non dobbiamo. Per rispetto ai morti che in quei campi sono scomparsi. E per la responsabilità che abbiamo verso i giovani a cui dobbiamo trasmettere nelle forme giuste la testimonianza dell'orrore che ha sconvolto la civilissima Europa settanta anni fa. Perchè quell'inferno, quell'odio raziale, quel sentimento di estraneità e di indifferenza non si ripetano. Il testo di Geloni ci dice tutto questo. Con parole semplici ma efficaci. E se le sue 40 pagine non raggiungono le vette letterarie dei libri di Primo Levi o di Elie Wiesel, esse possono comunque stare al loro fianco e le traversie di Geloni possono essere lette con dolore e con partecipazione, perché il suo diario contiene una delle testimonianze più oggettive e meglio raccontate di quella immane tragedia che si consumo' nei lager nazisti. Se non fosse superfluo dirlo, si tratta di un testo che gli insegnanti delle scuole superiori della Provincia di Pisa (dove Geloni ha vissuto dal suo rientro in Italia) dovrebbero far leggere sistematicamente a tutti i loro allievi. La Rete Bibliolandia ne offre una copia gratuita in pdf, scaricabile attraverso il proprio opac.
lunedì 30 gennaio 2017
sabato 21 gennaio 2017
LUIGI GARLANDO, L'estate che conobbi il Che, Rizzoli, 2015
Testo non semplice, ma che si legge d'un fiato. Racconta un mito, quello del Che. E riesce a farlo con leggerezza e allo stesso tempo con il giusto distacco. Funziona? Si, il racconto a mio avviso funziona. Non come quello dedicato da Garlando a Giovanni Falcone, ma funziona. Naturalmente ci sono anche dei limiti. Raccontare di miti senza cadere nella retorica è impossibile. Evitare di essere zuccherosi a volte non è facile. Voler chiudere sempre i racconti con l'happy end non è detto che sia il modo migliore di terminare una storia. Ma pur con alcuni limiti e qualche rischio, e quindi leggendo con tre occhi le pagine anzichè con due (il terzo occhio è il cervello vigile e che non ha inserito il pilota automatico), va ringraziato Garlando di essersi voluto misurare con due temi complicati. Uno è raccontare il mito del Che ai ragazzi, l'altro è spiegare loro il duro mondo della modernità economica. E non è male nemmeno quest'altra parte del testo.
Testo non semplice, ma che si legge d'un fiato. Racconta un mito, quello del Che. E riesce a farlo con leggerezza e allo stesso tempo con il giusto distacco. Funziona? Si, il racconto a mio avviso funziona. Non come quello dedicato da Garlando a Giovanni Falcone, ma funziona. Naturalmente ci sono anche dei limiti. Raccontare di miti senza cadere nella retorica è impossibile. Evitare di essere zuccherosi a volte non è facile. Voler chiudere sempre i racconti con l'happy end non è detto che sia il modo migliore di terminare una storia. Ma pur con alcuni limiti e qualche rischio, e quindi leggendo con tre occhi le pagine anzichè con due (il terzo occhio è il cervello vigile e che non ha inserito il pilota automatico), va ringraziato Garlando di essersi voluto misurare con due temi complicati. Uno è raccontare il mito del Che ai ragazzi, l'altro è spiegare loro il duro mondo della modernità economica. E non è male nemmeno quest'altra parte del testo.
lunedì 9 gennaio 2017
LA BANCARELLA DEI LIBRI USATI DI BIBLIOLANDIA PRESSO LA GALLERIA INCOOP VICINO LA STAZIONE A PONTEDERA
La Rete Bibliolandia organizza, in collaborazione col comune di Pontedera, per questa settimana e fino a sabato 14 gennaio una Bancarella del Libro usato nella galleria dell'InCoop, vicino alla Stazione Ferroviaria, a Pontedera (v. Brigate Partigiane).
Libri a bassissimo costo, interessanti, anche per bambini e ragazzi. Libri per tutte le tasche (come dovrebbe essere).
Ma anche per chi è appassionato di libri e vuol dare una mano alle biblioteche della Provincia.
Questa piccola "apertura" però vuole anche valutare la possibilità di utilizzare questo spazio x fini culturali, anche rispetto ad un quartiere dove una libreria che pratichi prezzi molto popolari potrebbe avere un senso speciale.
Orari: lunedi-sabato 10-13; 15-18. Fino a sabato 14 gennaio incluso.
La Rete Bibliolandia organizza, in collaborazione col comune di Pontedera, per questa settimana e fino a sabato 14 gennaio una Bancarella del Libro usato nella galleria dell'InCoop, vicino alla Stazione Ferroviaria, a Pontedera (v. Brigate Partigiane).
Libri a bassissimo costo, interessanti, anche per bambini e ragazzi. Libri per tutte le tasche (come dovrebbe essere).
Ma anche per chi è appassionato di libri e vuol dare una mano alle biblioteche della Provincia.
Questa piccola "apertura" però vuole anche valutare la possibilità di utilizzare questo spazio x fini culturali, anche rispetto ad un quartiere dove una libreria che pratichi prezzi molto popolari potrebbe avere un senso speciale.
Orari: lunedi-sabato 10-13; 15-18. Fino a sabato 14 gennaio incluso.
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