martedì 17 settembre 2019

Il destino di Renzi e quello del Centro Sinistra
Non sono un renziano, ma trovo simpatico l'uomo e cerco di capirlo. In passato ho perfino sperato che la sua azione di "rinnovamento" funzionasse. E' però evidente che il rignanese ha una personalità troppo debordante per poter giocare in una squadra dove non sia lui il capitano e l'allenatore. E se lui smette di giocare deve come minimo portarsi via anche il pallone. E' più forte di lui. L'anima del gregario e del panchinaro, o di chi accetta le idee degli altri, non ce l'ha. Neppure la coerenza è la prima delle sue virtù. Anzi gli piace contraddirsi. Spesso. Ma di autostima e di coraggio ne ha da vendere. E soprattutto non riesce a stare fermo. Si annoia. Così dopo due anni di incertezze, ha tirato i dadi. Prova a tornare in scena. Con un ruolo importante. Nel Pd non si sentiva più a suo agio. Meglio costruire un nuovo partito. A sua immagine e somiglianza. Ambiziosetto? Sì. Ce la farà?  Penso di no. E comunque Renzi è un uomo libero, maggiorenne, vaccinato e, nel pieno rispetto delle leggi, può fare ciò che vuole. Costruire nuovi partiti politici è un diritto costituzionale. Al Pd non credo che ITALIA VIVA (che d'ora in poi abbrevierò in IV) farà molti danni. Intanto perchè l'uomo della Leopolda lascerà nel Pd una parte dei suoi ex amici che diventeranno più fedeli al partito non potendo più essere renziani e dovendo farsi perdonare di esserlo stati. Inoltre IV dovrebbe ragionevolmente essere un utile competitore e stimolatore del Pd (ma non pescherà molto tra i vecchi militanti e nemmeno tra i giovani del Pd). Infine del Pd Renzi dovrà essere un "inevitabile" alleato (con chi altri potrebbe infatti allearsi, a parte i 5S, per contare qualcosa sulla scena politica italiana?). Così Pd e IViani sembrano se non proprio complementari, destinati a sostenersi e a sopportarsi vicendevolmente, cercando di far argine al fascioleghismo sovranista, razzista e antieuropeista che avanza impetuoso. Ma per crescere e arginare gli avversari dovranno entrambi definire direttrici di espansione (possibilmente evitando di pescare l'uno nel bacino elettorale dell'altro: in questo caso non ci sarebbe crescita, ma travaso). Dovranno diversificarsi. Quanto più potranno, ma senza polemizzare troppo e senza farsi una guerra aperta, perché per contare qualcosa dovranno allearsi nei comuni, nelle regioni e in Parlamento. Il Pd mostrandosi una forza più di sinistra (e autorizzando i propri militanti a cantare Bandiera Rossa e Bella Ciao alle feste dell'Unità, anche se il giornale non si stampa più); mentre il rignanese dovrebbe guardare più al centro (dove è noto che si apprezzano di più le canzoni di Fossati, Venditti, De Gregori e dei Rapper). A ciascuno quindi il suo campo da arare e la sua musica, limitando il più possibile le intersezioni. Liberi da impacci, e ognuno pensando a sé, auguriamoci che "sinistri" e "centristi" dilaghino nei territori di rispettiva pertinenza e trovino una linea del Piave su cui fermare Salvini. Entrambi poi dovrebbero confermarsi favorevoli ad alleanze con i 5S, mentre di sicuro si dichiarano antirazzisti, antisovranisti ed europeisti (sia pure critici). Che si può volere di più? Il leopoldino, dunque, girovagherà nelle praterie del centro-sinistra, ma guardando soprattutto al centro. Inseguirà un sogno "macroniano", ma senza l'incubo del "fuoco amico". Vuoi mettere la differenza da ora? Proprio tutta un'altra cosa. Contemporaneamente le residue mille anime del Pd vagheranno per le stesse praterie, ma puntando più a sinistra (soprattutto se rientreranno Bersani e D'Alema). Così non ci sarà da meravigliarsi se alla fine anche il Pd condividerà gli stessi programmi renziani e viceversa. Del resto molti renziani (qualcuno ha già detto "purtroppo" e "troppi") rimarranno, soprattutto su scala locale, infiltrati nel Pd. Toccherà a loro questa volta scatenare il fuoco amico su Zingaretti e alimentare le tensioni interne? Meno male che almeno i sindaci si sono tutti schierati per rimanere nel Pd con un percentuale bulgara. E loro dei sentimenti dei cittadini se ne intendono.
Come simpatizzante del "centro-sinistra" mi auguro che lo spettro del fascioleghismo evocato da Franceschini non si materializzi e che Renzi riesca a conquistare consensi al centro e non cambi ancora idea sull'alleanza col Pd e coi 5S e sul sostegno al governo Conte. Oppure spero che si ricordi di aver detto di se stesso che non era un uomo per tutte le stagioni e ne tragga tutte le conseguenze.

Via dalla pazza classe. Educare per vivere / Eraldo Affinati,

Via dalla pazza classe. Educare per vivere / Eraldo Affinati, Mondadori, 2019, pp. 244, 18€
Il libro di Affinati è un bel saggio di pedagogia pratica che merita di essere letto, sottolineato (a patto che uno se ne compri una copia personale), meditato e rimuginato. Io almeno ho fatto così. Ma cosa racconta? Essenzialmente delle scuole che Affinati, la moglie e tanti suoi amici e collaboratori, tutti rigorosamente volontari, hanno messo su partendo da una prima esperienza romana che continua a crescere. E' in queste scuole che due volte alla settimana si accolgono migranti che vogliono imparare l'italiano e alfabetizzarsi, fuori da vincoli burocratici ed indipendentemente dal fatto che abbiano o non abbiamo il permesso di soggiorno o siano in regola con tutte le procedure burocratiche. Perchè per Eraldo Affinati i migranti (di qualunque tipo e provenienza) sono oggi l'equivalente dei ragazzi di Barbiana di Don Milani. Sono loro i nuovi dannati della terra e verso di loro noi, ricchi e alfabetizzati, abbiamo un grande debito morale. Un debito che non si ferma all'accoglienza, ma si allarga all'obbligo di fornire loro le parole e gli strumenti linguistici per farsi capire e per esprimere sentimenti e abilità nel paese in cui si trovano a transitare: in questo caso l'Italia.
Il libro racconta le motivazioni che hanno portato Affinati a procedere su questa strada, l'esperienza della scuole "Penny Wirton" che lui ha messo su e di cui ha favorito la diffusione sul territorio nazionale, le modalità di funzionamento di queste scuole e le straordinarie esperienze vissute da lui e dai suoi amici volontari che in questi progetti educativi riversano il loro impegno, donando il loro tempo a chi ha bisogno di imparare a esprimersi in italiano.
Aggiungo che nel libro c'è molto di più.
Ci sono tante storie e riflessioni di Affinati su una varietà infinita di persone e di situazioni, di collaboratori e di istituzioni con cui si è confrontano. Ci sono i maestri di vita che l'hanno ispirato, a cominciare dall'onnipresente Don Milani. Ci sono pagine dedicate allo scrittore Silvio D'Arzo (l'autore del racconto "Penny Wirton e sua madre", che in realtà di chiamava Ezio Comparoni, morto giovanissimo). C'è la vita e l'autobiografia di Affinati, la storia dei suoi genitori e dei suoi nonni. C'è la sua esperienza di insegnate nelle scuole professionali di Roma. C'è la spiegazione del sottotitolo che suona: "Educare per vivere". E molto, molto di più.
Quest'estate ho avuto la fortuna di partecipare alla presentazione del libro, di sentire una sua lezione sull'"Infinito" di Leopardi e di sentirlo riassumere a braccio, col suo stile coinvolgente, pratico, familiare, da artigiano della scrittura, il contenuto della sua pedagogia dell'accoglienza e dell'incontro. E' stata una bella esperienza. Per questo suggerisco di leggere questo libro. In particolare agli amici dei doposcuola di Shalom, agli insegnanti dei CIF, agli amici che seguono i progetti di sostegno alla lettura per migranti organizzati dalla Rete Bibliolandia. E più in generale lo consiglio a tutti coloro che intendano confrontarsi con l'insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Ne trarranno molti spunti di sicuro.




lunedì 2 settembre 2019

La macchina del vento / Wu Ming 1, Einaudi, 2019, pp. 337, € 18,50

La macchina del vento / Wu Ming 1, Einaudi, 2019, pp. 337, € 18,50

Bella storia, su confini e confinati (1939-1943). La scena magica (l'isola del vento), entro cui tutto si svolge, Ventotene. Un romanzo storico, ma con un impianto tra il fantastico e il mistico religioso. Con personaggi veri che toccano le corde del cuore solo a sentirli nominare (penso a Sandro Pertini). E personaggi inventati che assomigliano e comunque attingono ad altri personaggi veri (il prof. Viviani e altri piccoli grandi maestri che fecero la resistenza. Penso al prof. Mario Mirri, la cui biografia recente, spiegata a suo nipote, meriterebbe di essere conosciuta). Storia suggestiva, strappalacrime, mediterranea, accogliente e solare. Storia di uomini veri e di riscatto. Intrigante per la commistione scienza, mitologia e politica. Una storia però che illude sul fatto che gli uomini possano davvero essere diversi e migliori dagli dei a cui pure molto assomigliano.