Ministro Franceschini faccia qualcosa per il Museo nazionale di San Matteo di Pisa.
Ieri, approfittando dell'apertura domenicale gratuita, dopo una quindicina di anni, sono tornato al Museo Nazionale di San Matteo di Pisa. Ci avevo portato i miei figli poco più che bambini. Loro, a quel tempo, si erano un pò annoiati. Lo avevano trovato freddo e complicato. Io pure. Non sono un esperto d'arte. Nè medievale, nè rinascimentale, anche se mi sono occupato in piccolo comune anche di piccoli musei e di spazi espositivi. Così ci sono tornato per vedere se era cambiato qualcosa. Da allora. Mentre mi complimento sinceramente con Lei della bella trovata delle aperture gratuite ogni prima domenica del mese, mi permetto di suggerirle alcune piccole cose da fare al San Matteo. La prima. Chiuda pure il Museo di San Matteo il lunedi mattina, ma lo faccia aprire la domenica pomeriggio. Un museo d'arte chiuso la domenica pomeriggio è un modo scientifico per scoraggiare i visitatori. Nel museo poi non si vende un gadget. Nemmeno la torre di Pisa di cui pure il museo conserva la raffigurazione originale (1437) credo più antica. È il secondo modo scientifico per non fare business sui musei. Perché tanto masochismo? Terzo. Molti spazi sono male illuminati. Molto male illuminati. Con poco credo si potrebbe fare molto meglio. Possibile che non ci siano due spiccioli per un intervento modesto? Quarto. Il museo contiene alcune chicche. Dalle statue lignee a quelle di marmo. Ci sono alcune croci dipinte e alcuni polittici straordinari, tra cui quello di Simone Martini, proveniente se non erro dalla Chiesa di Santa Caterina. Credo che attorno a queste chicche si potrebbe fare un bel can can promozionale. Perché non provarci? Quinto. Perfino il chiostro è meraviglioso, con alcune pietre tombali suggestive lasciate però oggi senza alcuna indicazione ed informazione. Idem con le statue e altre parti lapidee ricoverate nella chiesa. Del Museo si può fare un percorso di almeno tre se non quattro ore intense, ricche, formative, emozionanti. Sesto. Va creata una collaborazione con almeno un centinaio di insegnanti, dalle elementari alle superiori, che tutti gli anni dovrebbero far visitare una parte del museo alle loro scolaresche. Settimo. I numeri. San Matteo registra 7/8.000 visitatori all'anno. Pochissimi. Anzi quasi niente. In confronto ai tre milioni di persone che transitano dalla Piazza dei Miracoli e dalla Torre. Certo nessuno può pensare di portarne qui nemmeno un decimo di quelli attraversano correndo la Piazza. Ma intercettarne solo lo 0,3% scarso è davvero troppo poco. Un record negativo. Ottavo. Ho apprezzato moltissimo la nomina dei nuovi direttori dei musei, anche quelli stranieri. Non so cosa pensa di fare per San Matteo. Sono convinto che se venisse dato in gestione ad un soggetto privato, e meglio ancora ad una cooperativa culturale, lasciando gli incassi al soggetto gestore, nel giro di due o tre anni il museo riuscirebbe a fare 50 se non 60.000 visitatori e con un biglietto a 5/6 € ripagare una parte importante dei costi del personale e delle spese di manutenzione e di investimento. Se poi attorno al San Matteo si costituisse una rete di sostenitori privati, questo Museo potrebbe trasformarsi in un gioellino. Ma c'è bisogno di maggior dinamismo e di una forte autonomia operativa. Questa regola vale anche per le piccole e medie strutture. In fondo la forza di questo Paese è sempre stata nelle piccole imprese. Credo che i musei non facciano eccezione e che bisognerebbe cominciare ad affidarli a piccole o medie imprese culturali, garantendo loro la massima autonomia ed un sistema che ne premi il successo. Lei mi pare un Ministro moderno e coraggioso. Ci rifletta.
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