Enrico Mattei e Giovanni Gronchi: due biografie che si collegano.
Ho recentemente letto il volume di Carlo Maria Lomartire, "Mattei. Storia di un italiano che sfidò i signori del petrolio" (Mondadori, Oscar storia, 2004, pp. 350 + indici dei nomi). Volevo approfondire l'incrocio di biografie tra Enrico Mattei (l'uomo che volle e che caparbiamente costruì l'ENI) e Giovanni Gronchi che indubbiamente assecondò e in una certa misura (e con il suo ruolo) favorì la nascita e lo sviluppo dell'ENI. Non a caso il nome di Giovanni Gronchi ricorre oltre una cinquantina di volte nel volume di Lomartire, soprattutto a partire dal 1944 ed arriva ovviamente fino alla morte di Mattei avvenuta nell'ottobre del 1962, anno che corrisponde anche alla fine del mandato di Gronchi da Presidente della Repubblica.
Il volume, che è scorrevole e ben scritto da un giornalista economico di lungo corso, che ha avviato la sua carriera a IL GIORNO (ovvero presso il quotidiano voluto da Mattei), è ricco di spunti e di stimoli di tutti i generi e non è riassumibile, se non dicendo, in breve, che racconta la biografia di un italiano straordinario, che però incarna al meglio le qualità più valide che di solito si attribuiscono agli italiani. Tenacia, genialità, abilità di manovrare su tutti i terreni, inclusi quelli più accidentati, desiderio di riscatto e di rivincita.
Un italiano che nato nel 1906, con appena la 6a elementare ed un diploma da ragioniere, costruisce un soggetto economico grandioso che opera e conta ben al di là dell'Italia, ma si proietta nel mondo, trascinandosi dietro, almeno in parte, anche il suo Paese e le sue istituzioni politiche.
Al di là della sua morte avvenuta a 56 anni (su cui molto si è scritto e immagino che molto di continuerà a scrivere), la biografia di Mattei è straordinaria da tanti punti di vista e meriterebbe di essere studiata sotto diversi profili. A cominciare dal ruolo della famiglia e dei contesti locali nella formazione della persona Mattei, per continuare con il ruolo strategico e salvifico che "il lavoro" può assumere nella biografia di un uomo. Per giungere al carattere fortunoso che giocano gli incontri e le amicizie giuste al momento giusto (penso a quella con Maurizio Boldrini) e via proseguendo su questa strada, fino alla necessità di evadere dal paese natio per cercare fortuna altrove, ma senza mai smarrire le proprie radici.
Perchè di Mattei non ho trovato interessante solo il periodo della fondazione e dello sviluppo dell'ENI (che ovviamente rimane il suo capolavoro assoluto), ma anche la sua capacità di imprenditore privato messa in mostra prima della seconda guerra mondiale e poi la determinazione di uomo maturo di giocarsi tutto, ma proprio tutto, durante l'occupazione militare e la Repubblica Sociale Italiana, diventando il responsabile a Milano delle formazioni partigiane cattoliche e collaborando con Ferruccio Parri e con Luigi Longo alla Resistenza in Alta Italia.
Mattei avrebbe incontrato e conosciuto Gronchi (almeno secondo Lomartire e altri biografi: ma non conosco certo l'intera bibliografia su Mattei), tra il '43 e il '44, al momento in cui nacque la Democrazia Cristiana clandestina. Immagino però che tra i due che vivevano e lavoravano a Milano dalla fine degli anni '20 e che si occupavano di sostanze chimiche, e che avevano anche alcuni amici o conoscenze in comune (ad es. Giuseppe Spataro e forse Maurizio Boldrini), ho l'impressione che potesse esserci stata una qualche conoscenza forse a partire dalla fine degli anni '30. Ovviamente si tratta solo di una suggestione, ma sono quasi convinto che prima o poi spunterà fuori qualche lettera (o qualche altro documento, i fondi della Prefettura di Milano sono stati poco indagati su questo versante) che la confermerà.
Quello che è certo è che entrambi Mattei e Gronchi (pur diversi da tanti punti di vista) hanno un visione dinamica ed imprenditoriale della vita e quanto alla politica si rifanno ad un certo nazionalismo democratico (e cattolico) che li porterà a collaborare assai proficuamente per la rinascita e lo sviluppo del Paese lungo un arco di tempo che durerà un ventennio (1944-1962). Ovvero l'esatto periodo che va dalla ricostruzione del Paese al boom economico e che costituisce la fase storica di maggiore trasformazione socio-economica e di progresso vissuti dall'Italia nel corso della sua storia millenaria, a cui non a caso venne attributo il nome di "miracolo".
Ma, nella realtà, il "miracolo" (almeno per i non credenti) lo fecero uomini come Mattei e come Gronchi, insieme, ovviamente, a milioni di altri italiani, che la classe politica del secondo dopoguerra seppe guidare con lungimiranza, fuori dal disastro del fascismo, mantenendo ben saldo il quadro democratico e garantendo le libertà sancite dalla nuova Carta Costituzionale.
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