Marco Mobili su "Il Sole 24 ore" di domenica 13/8, a pag. 13, ha elaborato e presentato dati prodotti dall'Agenzia delle Entrate, che ci raccontano in quale proporzione regionale è stata scoperta e sanata un'evasione di massa del canone RAI.
Confrontando infatti i pagamenti del canone RAI del 2016 con quelli del 2015, è emerso (grazie al pagamento del canone sulla bolletta elettrica) il 34,2 % in più di contribuenti "evasori". Una percentuale che vale 5,6 milioni di italiani. Sottolineo 5.600.000 italiani. Non una manciata di furbetti. Tanti di noi.Ora sarà una estrapolazione da sociologo della domenica ma a me pare che questa percentuale di evasori del Canone RAI (che è una somma dovuta per legge allo Stato) ci racconti molte cose interessanti su noi stessi.
La prima consiste nell'abnorme dimensione del fenomeno a fronte di una piccola cifra. Il 34,2 per cento degli italiani è composto da disonesti, che non avrebbero pagato il canone fino a quando non li avessero proprio costretti a farlo. Ciò evidenzia quella che non si può non chiamare una evasione di massa. Ok si tratta di 100 €. Ma sempre evasione è. Sempre di disonestà di tratta.
Di più, calcolando che sicuramente esiste un tasso di furbastrismo che si applica anche alle UTENZE ELETTRICHE, il tasso finale nazionale di FURBASTRISMO (e quindi di disonestà) si aggira probabilmente attorno al 40%. Un dato inquietante, ma certamente non imprevisto che probabilmente si può applicare ad altre aree di pagamenti verso lo Stato, almeno dove la capacità di verifica dello Stato si affida solo all'autodichiarazione o a blande misure di controllo.
Insomma quando un tedesco o un francese incontra un italiano, la possibilità che incontri un furbastro disonesto è quasi uno su due. E non c'è da meravigliarci, se loro lo sanno e ce lo fanno pesare.
Ma la tabella elaborata da Mobili su dati dell'Agenzia delle Entrate ci dice molte altre cose
Ecco la sintesi dei numeri.
Differenza (in percentuale e sempre col segno +) tra chi ha pagato nel 2016 rispetto al 2015 per regione:
Alto Adige = 1,2
Toscana = 19,5
Marche= 21,4
Puglia = 23,3
Valle d'Aosta = 23,3
Liguria = 24,0
Emilia-Romagna= 26,0
Umbria = 26,1
Abruzzo= 28,4
Friuli Venezia Giulia= 28,7
Molise = 29,8
Basilicata = 30,6
Sardegna= 30,6
Lombardia= 30,9
Trentini= 32,9
Piemonte = 33,8
Lazio= 34,1
Veneto= 38,1
Calabria=57,3
Sicilia= 58,1
Campania=68,4
Ovviamente nessuna regione è fatta solo da autoctoni. Tuttavia le differenze e le distanze da quel 34,2 (che corrisponde al furbastrismo medio degli italiani) ci sono.
A Bolzano il 98,8% ha sempre pagato il canone. E un inglese o un tedesco che si ferma a Bolzano lo sa.
Ma appena entra in Trentino e poi scende nella Padania (se i dati riportati da Il sole 24 sono corretti) le cose cambiano e la pianura padana oscilla da un 32,2% di Trento e il 38,1% del Veneto di furbetti.
Sarà pure un furbastrismo giustificato dal "leghismo" o dal localismo, ma sempre di evasione, disonestà e antistatalismo si tratta.
Le regioni centrali se la cavano mediamente meglio. E nella patria di Pinocchio, la Toscana, il tasso di evasione anticanone, raggiunge il 19,5% (il secondo livello più basso del Paese, dietro, ma a distanza, all'Alto Adige); mentre nelle altre regioni centrali si arriva fino al 34% del Lazio
Poi ci sono le tre regioni al top. Calabria (57,3), Sicilia (58,1) e Campania (68,4). Qui l'evasione dal canone e l'antistatalismo raggiungevano il top. Come la criminalità, del resto. Certo anche la povertà è maggiore, probabilmente. Ma c'è anche una povertà onesta. Ma non è questa la povertà che caratterizza queste 3 regioni. Piaccia o non piaccia. Dopo 150 anni di stato unitario.
Invece Sardegna e Basilicata si allineano ai dati della Padania e ai picchi più alti del Centro Italia, dimostrando così che anche tra le Isole e nel Sud c'è un'ampia diversificazione di comportamenti (e forse anche di povertà e di stili di vita).
Ne esce, come sempre, l'immagine di un paese composito e diversificato. Anche nell'evasione e nell'antistatalismo.
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