venerdì 22 novembre 2019

Quando Mario Primicerio volò in Viet Nam con La Pira (1965)

L'incontro di presentazione del libro di Mario Primicerio sul viaggio "Con La Pira in Viet Nam" (ed. Polistampa) è stata un evento raro ed emozionante. Certo, avevo letto il libro, e dal testo era emerso che Primicerio è una persona di grande valore. Del resto un uomo che accompagna La Pira ad Hanoi e siede allo stesso tavolo con Ho Chi Minh e parla con entrambi in francese, beh per uno della mia generazione è già un mito. Ma dalla lettura del libro avevo capito un'altra cosa; ovvero che il professore di fisica che si è occupato per tutta la vita di matematica applicata (ai problemi anche dell'industria) è uno scrittore. Di qualità. E, ve lo giuro, il libro sul suo viaggio ad Hanoi con La Pira è costruito con una tecnica degna di Camilleri o se volessi esagerare (ma solo un po') di Primo Levi. Prima infatti delinea il contesto, poi introduce i personaggi dosando racconto e mistero (la lettera che i comunisti vietnamiti recapitano ai comunisti italiani che alla fine la portano a La Pira è strepitosa). Poi comincia il viaggio che tocca la Polonia, la Russia. D'un tratto tira fuori il suo diario di allora. Quindi prende tempo e ci infila l'attesa per l'incontro tra La Pira e Ho Chi Minh. Ed eccoci alle frasi che si scambiano il profeta cristiano e il rivoluzionario comunista. Fino a quella battuta pirandelliana di Ho Chi Minh che prima di rispondere ad una domanda cruciale di La Pira chiede a La Pira di mettersi nei suoi panni e di formulare lui la risposta, come se La Pira fosse Ho Chi Minh. E ancora il viaggio avventuroso da Pechino a Hanoi su un bimotore che non sembrava nemmeno un aliante, ma un "aquilone". E poi la conclusione del viaggio. Il messaggio segreto, con l'esito del colloquio che potrebbe portare all'apertura di negoziati di pace, da far arrivare al presidente dell'Assemblea dell'ONU (che guarda caso era il Ministro degli Esteri, Amintore Fanfani) che a sua volta dovrebbe farlo arrivare (sempre in segreto) al Presidente Usa, Johnson. E ecco il venticinquenne Primicerio che vola all'ONU per raccontare a voce a Fanfani il messaggio che doveva rimanere segreto.... e infine un finale immaginabile. Anzi due: uno in America e uno all'italiana in Italia. Finali che non svelerò. No. Solo gli storici e quella quarantina di ascoltatori di stasera sanno come sono andate veramente le cose. E so che erano 40 i presenti perchè ho aiutato a mettere le sedie, le ho contate ed erano tutte piene. Solo i 40 che hanno partecipato ad una serata davvero irripetibile, ascoltando non un "testimone" ma un protagonista della storia, hanno diritto di godersi il segreto che Primicerio, intervallato dalle poesie di Senghor, lette da 4 ragazzi senegalesi, alla fine regalato con la sua calma ma ferma agli ascoltatori. Tutti gli altri, i curiosi che non c'erano, dovranno leggere il libro (riscrivo: "Con La Pira in Viet Nam", Polistampa). E, credetemi, ne vale la pena. Mi auguro solo che qualche regista americano si innamori della storia, perchè il testo ha già tutto per trasformarsi in film e un sceneggiatore in gamba non dovrebbe fare molta fatica per scrivere il copione.

Nessun commento:

Posta un commento