sabato 3 ottobre 2015

"Babel" ovvero quando le citazioni ammazzano il pensiero del lettore.

Se dall'ultimo componimento in prosa di Mauro e Bauman, intitolato "Babel", stampato da Laterza, si togliessero tutte le citazioni più o meno colte di autori più o meno alla moda e si togliessero anche le frasi che le congiungono, il libretto residuo si aggirerebbe sulla quarantina di pagine, scarse, scritte e stampate per ipovedenti, il cui contenuto sarebbe sintetizzabile in poche frasi, tra cui il mondo è un casino liquido quasi incomprensibile e immodificabile, la colpa è del capitalismo e del pensiero servile neoliberista che lo leggittima, ma a noi tutto questo ci fa un baffo. Così tra un'esagerazione e l'altra, tra il dissolvimento dei legami sociali e il Mercato delle Identità llimitate (con le Maiuscole al posto giusto), noi mortali fluttuiamo, in mezzo a tanti fluttuanti. Naturalmente chi cerchi in questo "Babel" un filo di Arianna per capirci qualcosa o comunque sopravvivere nel labirinto o semplicemente galleggiare, beh ha sbagliato libro. Per questo a me la lettura di Babel, ha irritato, ma non per le cose che dice e per le tesi a volte strappalacrime, a volte scontate, a volte troppo complicate per il mio modesto cervello. No, soprattutto per l'incontinenza citatoria del componimento e per il fatto che non si possono scrivere e stampare libri che non dicano quasi niente di originale, anche rispetto alle tesi già presentalote dai medesimi autori (incluso l'autore prevalente che è Bauman). Ok, repetita iuvat, ma non si possono friggere e rifriggere le stesse cose, senza un pensierino per gli alberi ingiustamente sradicati e ridotti in poltiglia per farne carta da libri. Verrebbe da chiedere all'Europa l'emanazione di una direttiva che obblighi gli editori ad accompagnare ciascun libro da un "bugiardino" con almeno queste voci e coi rispettivi valori: idee tratte da autori morti: es. 90%; idee prese da altri autori viventi: 5%, rifritture di idee dello stesso autore del libro: 4,5; idee di provenienza sconosciuta: 0,4%, Originalità: tracce non quantificabili. Controindicazioni: produce irritazione a chi conosca gli autori stracitati. Suggerimenti: leggere lontano dai pasti. E purtroppo non è nemmeno stampato su carta riciclata. Domanda: ma se non vale la pena di leggerlo, perché recensirlo? Per lasciare una traccia insignificante sul fatto che i lettori non sono proprio fessi?

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