mercoledì 14 febbraio 2018

L'uomo che inventò i vaccini. Storia di Eusebio Valli, avventuroso inventore e sperimentatore di vaccini tra Sette e Ottocento / Roberto Valli, Lindau, 2017, pp. 161

Eusebio Valli. Chi era costui? Un medico nato a Casciana Alta, ma di famiglia ponsacchina. Visse tra la metà del '700 e la seconda decade dell'800. Laureato all'Università di Pisa, affascinato (e un po' ossessionato) dalle malattie epidemiche e infettive (dalla peste al vaiolo, dalla rabbia alla febbre gialla), Valli si ingegnò a combattere questi mali terribili, cercando di fare del suo meglio.
Da uomo della Valdera, Roberto Volpi, statistico con riferimento particolare alla Sanità, ha scritto un volume di 150 pagine su questo compatriota morto, duecento anni fa, di febbre gialla a l'Avana, nel 1816, all'età di 61 anni.
Il libro, per quanto condotto sul filo di un confronto con poco senso tra Valli e Pasteur e per quanto carente di quel metodo che dovrebbe condurre gli storici ad analizzare i loro personaggi nel contesto e nei limiti del loro tempo, è forse la prima biografia di una certa qualità che riporta in vita (o almeno sulla carta) un protagonista autentico della sperimentazione medico-scientifica in un'epoca pionieristica per quanto attiene a vaccini, epidemie e microbi.
Nonostante i diversi limiti del volume (dalla carenza di un sistema di note bibliografiche all'assenza di riferimenti archivistici, fino ad una prosa eccessivamente artificiosa che rende stucchevole  e faticosa la lettura), Volpi ha comunque il merito di aver tirato fuori dall'oblio la figura di un medico che è un complesso impasto di illuminismo e romanticismo e dalle cui vicende Dumas o Stendhal avrebbero potuto trarre materia per un loro romanzo.

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