giovedì 4 settembre 2025

LA LIQUIDA POSTURA INTERNAZIONALE DEL GOVERNO MELONI-SALVINI-TAJANI

Noi italiani siamo bravi a raccontare storie che spesso non rispondono alla realtà, se non quella che cerchiamo di vendere al mondo per sembrare dei ganzi.

Così ad esempio il governo MELONI-TAJANI-SALVINI può raccontarsi più trumpiano di Trump e dichiarare al contempo di tenere la schiena dritta, giustificando il proprio atteggiamento come la postura perfetta per mediare tra Trump e l’Europa. Peccato che sui dazi che Trump ci ha imposto nessuno si sia accorto di quanto la postura della Meloni ci abbia avvantaggiato.

La verità è che continuiamo ad avere il governo più filoamericano degli ultimi 80 anni e anche il più sedicente nazionalista e sovranista. Oltre che, sempre a parole, il più europeista. Insomma un governo acchiappatutto e liquido. Che si barcamena.

Cosi il governo può stare (con Meloni e Tajani) dalla parte dell’Ucraina, ma anche (con Salvini) apprezzare Putin.

Può andare alle riunioni dei Volenterosi ma non essere d’accordo coi volenterosi.

Può sostenere convintamente con il vicepremier Tajani la von der Leyen in Europa e osteggiarla altrettanto convintamente coll’altro vicepremier Salvini e ondeggiare nel sostegno a Ursula con la premier Meloni, che Ursula dichiara di stimarla e quando si vedono sono abbracci e baci.

E ancora: può annunciare un mega piano contro la povertà in Africa, ma finanziarlo solo con pochi spiccioli.

E poi liberare Almasri perché altrimenti i libici ci manderanno per ritorsione più migranti.

Insomma è un governo che può liberare un terrorista iraniano perché ricattato da Teheran, ma solo dopo aver chiesto il permesso agli americani di poterlo liberare.

Un governo che può accorgersi solo dopo due anni che a Gaza gli israeliani hanno un pochettino esagerato ad ammazzare i palestinesi, ma si limita solo a fare chiacchiere pensando che le parole gridate alla stampa servano a fermare la strage.

Un governo favorevole alla soluzione “due popoli e due stati”, ma che sostiene anche che per lo stato palestinese non è ancora venuto il momento di essere riconosciuto.

Un governo all’italiana, che vende la nostra tradizionale liquida postura internazionale come un'impresa eroica.

E il bello è che non è neppure detto che questa postura sia stata e sia un male (per noi). Gli ultimi pacifici 80 anni (almeno per noi) lo dimostrano.

Comunque Schlein e Conte non si illudano. Anche con loro a Palazzo Chigi manterremmo la stessa postura internazionale.

Ricordo che lo stesso Enrico Berlinguer per avvicinarsi al governo negli anni ‘70 dichiarò che si sentiva più sicuro dentro la Nato che fuori. E questo dopo che per 30 anni il partito comunista (e lui stesso) aveva gridato nelle piazze la necessità per l’Italia di uscire dalla NATO. 

Ora per altro dalla NATO nessuna forza politica italiana di una certa consistenza vuole più uscire. Tanto meno PD e 5 Stelle. Ci mancherebbe.

E in Europa sono per lo più le forze della destra nazionalista a proclamarsi anti-NATO. Ma probabilmente solo perché sono all’opposizione.

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