lunedì 8 maggio 2017

10 maggio 1933 - I roghi nazisti dei libri antitedeschi. Ricordare per non ripetere.

La Biblioteca Gronchi di Pontedera ha aderito volentieri alla campagna promossa, su scala nazionale, dall'ARCI contro i roghi dei libri organizzati a più riprese nella Germania nazista e contro tutti i roghi di libri, di giornali, di riviste e più in generale di idee che purtroppo continuano (anche se in forme meno clamorose) anche nel mondo contemporaneo. Così mercoledi 10 maggio la Biblioteca organizzerà un paio di eventi di promozione del libro e della lettura.
Quando dissero a Sigmund Freud che in Germania avevano bruciato pubblicamente le sue opere pare che il padre della psicanalisi si sia incupito ma subito dopo, in perfetto spirito ebraico, abbia commentato che in fondo gli era andata bene, perchè solo qualche secolo prima al rogo ci avrebbero mandato lui. E di sicuro i nazisti lo avrebbero bruciato in qualche forno crematorio se Freud non si fosse premunito di fuggire in Inghilterra, aprendo una nuova via della diaspora in cui fu seguito anche da altri autori, tra cui Thomas Mann, le cui opere furono date alle fiamme.
Del resto la libertà di stampa è una della prime vittime dei regimi totalitari che non sopportano la libertà di pensiero, né opinioni diverse da quelle ufficiali.
I libri, invece, sono una testimonianza perfetta della esistenza e, oserei dire, della necessità che esistano diversità di pensiero, diverse opinioni, punti di vista divergenti, prospettive le più disparate e chi più ne ha più ne metta. Ma tutta questa bibliodiversità non solo non è pericolosa, bensì costituisce una ricchezza.
Di più. Il libri sono la materializzazione inconfutabile che non solo esiste l'altro, ma che addirittura esistono tanti altri, tutti diversi tra di loro e tutti però con la loro dignità, autorevolezza e forza.
E le biblioteche sono i contenitori per eccellenza di questa diversità, pluralità, alterità.
Così non fa meraviglia che il sogno di tanti bibliotecari sia quello di essere il più possibile enciclopedici. Il loro sogno, irrealizzabile se non attraverso la Reti bibliotecarie, è di coprire attraverso i libri tutte le discipline e tutti i punti di vista sulle diverse discipline, così da rispondere a tutte le domande di tutti i potenziali lettori.
Perchè l'unica cosa che i bibliotecari sanno è che il sapere è la somma e soprattutto la messa in relazione (ovvero in autentica disponibilità per tutti) di tanti buoni libri che scandagliano e raccontano la realtà del mondo partendo da punti di vista diversi ed a volte perfino contrapposti.
Per questo i roghi dei libri oltre ad essere una follia politica sono un grave danno per lo sviluppo dell'umanità, la quale cresce e progredisce attraverso il confronto tra idee e libri e non certamente attraverso la soppressione di certi libri a favore di altri per mera decisione politica.
Così mi piace pensare all'iniziativa NO ROGO dell'ARCI come ad una iniziativa per l'ulteriore apertura alla lettura su tutti i temi possibili e per tutte le persone possibili. Migranti inclusi. E a costo zero.
Le biblioteche infatti restano (e dovranno restare anche in futuro) tra le poche istituzioni del sapere e della cultura a costo zero per i lettori e per gli utenti, il cui utilizzo vada costantemente incoraggiato e promosso.
E aggiungo, per finire, che un governo civile dovrebbe riconoscere a tutti un credito di imposta di almeno 200 euro all'anno per acquisto libri. Perchè se un Paese crede nella formazione permanente, nella lettura e nell'importanza dei libri, allora dovrebbe fare in modo che tutti i suoi cittadini spendano in acquisto libri e magari possano detrarre una parte di queste spese dalla propria dichiarazione dei redditi per un valore di almeno 200 euro all'anno (pari più o meno a 10 libri). Penso che questo credito d'imposta non solo sarebbe un modo per sostenere il mondo dei libri, ma servirebbe a tenere aggiornate e più in forma le teste di tante persone e sicuramente questo farebbe molto bene al paese. Sicuramente gli farebbe risparmiare altri costi (in medicine, incidenti, comportamenti scorretti, ecc.), oltre naturalmente a preservare la democrazia e la cultura.
  

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