giovedì 6 giugno 2019

I cerchioni di Dante / letti e commentati dagli studenti e dagli insegnanti dell'IPSIA Pacinotti di Pontedera insieme ad alcuni studenti della Scuola Normale di Pisa

I cerchioni di Dante / letti e commentati dagli studenti e dagli insegnanti dell'IPSIA Pacinotti di Pontedera insieme ad alcuni studenti della Scuola Normale di Pisa

Oggi, 6 giugno, alle 18, a Pontedera, in piazza della Stazione, un agguerrito gruppo di studenti dell'IPSIA Pacinotti, supportato da alcuni prof e da alcuni studenti della Scuola Normale Superiore di Pisa ha letto brani dell'Inferno di Dante, dimostrando che le scuole e soprattutto ragazzi e docenti non hanno "limiti" e che, almeno in Italia, anche chi studia meccanica, moda e altre nobili arti manuali può misurarsi con Dante Alighieri e farlo proprio, e ritrovare in lui radici profonde del proprio sentire contemporaneo.
Nata da una proposta "visionaria" di Giuseppe Cecconi che ha messo in contatto e fatto dialogare studenti della Normale e professori e dirigente dell'ISPIA, dopo alcuni mesi di lavoro su un testo con 700 anni sulle spalle, la messa in scena è stata spartana, ma impeccabile. Una ventina di studenti italiofoni, ma provenienti (almeno i loro genitori) da diverse aree del mondo (dove Dante, per dirla tutta, è quasi sconosciuto), sono saliti su un palcoscenico quasi naturale (i tondi su cui sono infisse le Vespe di Trafeli) e hanno letto per oltre un'ora i versi del grande poeta fiorentino che ha forgiato la lingua italiana e ha dato fiato a sentimenti, espressioni, modi di dire e di essere che ancora oggi ci caratterizzano.
Un bella prova di carattere e di plasticità da mostrare a viso aperto e con orgoglio a chi non riesce a vedere le potenzialità della nostra scuola e del lavoro che si svolge nelle aule percepisce solo i problemi (che certamente ci sono, ma sono piccola parte in un mare di forza e di capacità).
Un finale d'anno scolastico davvero insolito, in un luogo insolito, ma perfettamente in sintonia con la poesia universale di un artista che a buona ragion dovrebbe essere considerato il rappresentante morale di tutti i profughi e di tutti gli stranieri








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