sabato 15 giugno 2019

Riflessioni  postelettorali forse interessanti per la piana pisana. Parte seconda. Il condominio (+ breve)
Da una decida di anni ho mutato il mio modo di vedere le cose. L'esperienza, l'età, il mestiere, diversi fattori hanno congiurato per farmi abbandonare non tanto le mie idee giovanili (quelle sono svanite da tempo) quanto quelle per cui una parte, ad esempio la mia, ha sempre ragione e l'altra sempre torto e la politica si riduce alla conquista del consenso politico per la nostra parte, consenso con il quale poi fare quello che si ritiene giusto o nel caso peggiore "quello che piace solo a noi".
L'idea che ho sviluppato è che una città, ma anche una nazione o il mondo stesso non siano altro che un grande supercondominio e che in questo supercondominio tutti dovrebbero fare la loro parte, impegandosi,  dialogando e collaborando, ma ciascuno tenendo conto delle esigenze degli altri. Insomma l'idea a cui mi sono affezionato in tarda età è che non solo siamo tutti sulla stessa barca, ma che questa nave dovremmo governarla tutti insieme, senza distinguerci in equipaggio (coloro che si danno da fare) e passeggeri (quelli che vengono trasportati, stanno a guardare e magari borbottano).
Dico questo perché qualcuno mi ha chiesto di provare ad articolare meglio la proposta di costruire un dialogo tra forze politiche che pur facendo parte degli stessi supercondomini continuano a guardarsi in cagnesco e anziché cercare di collaborare per il bene dei loro paesi continuano a trattarsi come se la campagna elettorale non fosse finita e si dovesse puntare ogni minuto a rovesciare il tavolo, a offendersi, a trattarsi come se una potenza demoniaca avesse invaso la mente ed il corpo dell'altro e noi fossimo tanti piccoli esorcisti votati a cacciare il male dal mondo.
E allora una delle piccole proposte che farei alle opposizioni per costruire un dialogo e cercare di istaurare un livello di collaborazione minimale ma duratura, in un contesto di trasparenza e senza confondere i ruoli, è quella di offrire loro la presidenza dei consigli comunali. Se il sindaco è il sindaco di tutti i cittadini, anche il presidente del consiglio comunale dovrebbe sentirsi ed essere il presidente di tutto il consiglio. E da questo potrebbe nascere uno spirito di confronto ben più aperto e franco di quello che caratterizza la vita amministrativa oggi. Almeno nel pisano. Questo può complicare la vita alla maggioranza amministrativa? Può darsi. Questo potrebbe dare un ruolo maggiore all'opposizione? Può darsi. Perché una maggioranza che potrebbe governare senza nulla concedere all'opposizione dovrebbe cercare un dialogo con l'opposizione e dare spazio all'opposizione? Ecco, questa è una bella domanda, a cui risponderò nel prossimo post.

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