Chi è il mio prossimo? / Martin Luther King ed altri. Con una postfazione di Giuseppe Cecconi, Giovane Africa Edizioni, 2015, pp. 60
Il testo di Martin Luther King dedicato alla riflessione su "Chi è il nostro prossimo?" è un potente sermone scritto e pronunciato dal reverendo americano leader dl movimento contro la segregazione e la discriminazione razziale negli USA e nel mondo.
Il ragionamento si sviluppa in gran parte attorno alla parabola del buon samaritano ed elabora i concetti di altruismo universale, altruismo rischioso e altruismo eccessivo, congiungendo l'episodio del buon samaritano con la morte altruistica di Gesù.
Il testo di ML King è ancora (e più che mai) attuale, in un mondo in cui gli uomini di etnie, culture, paesi diversi, di diversa religione e di diverso colore della pelle, sono sempre più mescolati. Nelle grandi megalopoli come nei piccoli centri.
La convivenza tra diversi e il superamento di segregazioni e discriminazioni con cui lui lottava ML King negli anni '60 richiedono ancora sia una legislazione più evoluta che una crescita morale che faccia sviluppare in ciascuno di noi più altruismo, più compassione e più amore.
Le neuroscienze che in questi ultimi anni hanno compiuto importanti passi avanti nella conoscenza della mente e del comportamento umano ci obbligano a secolarizzare la riflessioni di King, ma nella sostanza non ne smentiscono l'approccio e le conclusioni che restano validissime.
Certo noi sappiamo che l'altruismo è una conquista evolutiva lenta dell'uomo.
Sappiamo che nella nostra genetica e nell'esperienza antropologica egoismo ed altri sentimenti "negativi" (pregiudizi, timori, sentimenti di ripulsa, paura dell'altro, ecc.) sono profondamente radicati.
Oggi sappiamo che non è solo il capitalismo a sviarci dall'altruismo e che l'egoismo individuale e quello di gruppo, come i ritorni razziali e nazionalismi, non sono prodotti solo dal "provincialismo" e dall'ignoranza. E comunque non sono sentimenti e atteggiamenti che si superano con facilità.
Paradossalmente anche la grande libertà e facilità di movimento che caratterizza oggi (e io dico fortunatamente) l'umanità producono o rafforzano, come effetto secondario, certo indesiderato, chiusure, timori, muri.
Insomma la sfida per la costruzione di una coscienza umana planetaria, come direbbe Balducci e come ci suggerirebbe di fare la "crisi climatica", a cui in questi giorni ci richiamano sia il sinodo episcopale sull'Amazzonia sia la presenza all'ONU di Greta Thumberg, è tutt'altro che facile e non è risolvibile con schemi ideologici vecchi.
Occorre molta più capacità di dialogo e di ascolto di tutti verso tutti.
Ed è anche di questo che, credo, si parlerà domani, nel nostro piccolo, a Pontedera nella conferenza di presentazione del testo di Martin Luther King, alle ore 17, presso la Chiesa del SS. Crocifisso.
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