domenica 12 luglio 2020

Un'idea platonica di biblioteca. E poi?

Un'idea platonica di biblioteca: e poi?

Ogni biblioteca appartiene ad un'istituzione. Stato, Università, Comune, Associazione, ecc. Ciascun ente proprietario dovrebbe sapere che tipo di biblioteca possiede e a vantaggio di quale pubblico dovrebbe operare. Poi ciascun Ente dovrebbe saperla organizzare e gestire in funzione degli obiettivi che come ente proprietario intende raggiungere. Il guaio è che spesso gli enti proprietari vivono le biblioteche come un peso e quindi le gestiscono "come possono" ovvero minimizzando i costi e rinviando i problemi. 
Così ad es. può accadere che la Biblioteca Universitaria di Pisa (che è dello Stato) sia aperta parzialmente e al lumicino dal 2012 e non si sappia quando riaprirà in modalità normale e in una sede adeguata. 
Che la Biblioteca SMS comunale di Pisa sia aperta con orari inadeguati per un città universitaria con ca. 100.000 abitanti. 
Che la ex biblioteca provinciale sempre di Pisa (data in concessione a soggetti privati) proceda alla buona.
E che le singole biblioteche universitarie sempre di Pisa si muovano come possono. 
Il tutto con pochi mugugni da parte dell'opinione pubblica pisana e degli stessi lettori, studenti, docenti e utenti.
Il tutto nell'assenza di interesse delle forze politiche locali.
E con scarsa e incostante attenzione da parte degli organi di informazione (cartacei ed elettronici) locali. 
Se anche i bibliotecari avessero una perfetta idea platonica di cosa dovrebbe essere e come dovrebbe funzionare una biblioteca pubblica chi può ragionevolmente pensare che la situazione bibliotecaria pisana cambierebbe?

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