lunedì 29 giugno 2020

Pisanità: quando i bibliotecari vanno in pensione e non li sostituisce nessuno


Fabrizio B., schivo come sempre, ha detto alcune cose importanti in una chat di bibliotecari della provincia di Pisa in merito al suo lavoro e alla sua esperienza di bibliotecario animatore. Annotazioni che mi piace riprendere, commentare e rilanciare. 
Primo: l'esperienza della biblioteca dei ragazzi di Pisa, che lui ha condiviso con Alessandro S., è stata un fatto notevole per la città, per i bambini, per i ragazzi e per i loro genitori. Credo che il lavoro di educazione alla lettura che hanno svolto lui e Ale sulle scuole pisane della fascia dell'obbligo sia stato davvero importante. Peccato che ora, al posto di questi due bibliotecari animatori della lettura, ci sia veramente poco. A parte l'esperienza che viene condotta avanti nell'ambito del progetto "Nati per leggere", mi pare manchi un sistema di relazioni diffuso e ben ancorato col mondo degli insegnanti e degli studenti. Sì, Fabrizio e Alessandro mancheranno ai bambini e ai ragazzi delle classi della primaria e della secondaria di primo grado di Pisa. Rimpiazzarli non sarà facile, soprattutto se, come sembra, si deciderà di non farlo e così di mandare a ramengo il lungo lavoro di educazione alla lettura che è stato svolto fino a pochi mesi fa. Certo, spero di sbagliarmi, ma questa sembra la posizione attuale. Ed è sempre meglio saperlo, piuttosto che far finta di nulla. Anche se un po' amareggia.
Secondo: confermo che l'aggancio tra la Rete Bibliolandia e Biblio Pisa comunale avvenne attraverso la biblioteca dei ragazzi nei primi anni del 2000. Fu Fabrizio, in particolare, a suggerire alla dirigente di allora di aderire alla Rete, facendole intravedere i vantaggi per loro di questa collaborazione. E la cosa, faticosamente e lentamente, andò in porto. Ci volle del tempo, ma le spinte costanti di Fabrizio in questa direzione pagarono. Biblio Pisa tra il 2008 e il 2009 entrò nella grande famiglia di Bibliolandia. Fabrizio cominciò a partecipare alle riunioni del Comitato Tecnico e divenne un collaboratore qualificato dei progetti di promozione della lettura (cfr. Fare Form@zione 2018-2019).
Terzo. Gestire le transizioni tecniche (e anche politiche) dentro agli enti locali non è mai un problema facile. I più anziani di noi lo sanno bene. Biblio SMS è davvero in una fase di grande impoverimento professionale e culturale, di cui, per altro, non si vede la fine. Sta perdendo visibilità e forza nei servizi. La stessa opinione pubblica pisana sembra distratta rispetto a questa struttura importante oltre che particolarmente bella e potenzialmente strategica. Inoltre il Covid19 pare avere scollato ancora di più tutti i vari livelli organizzativi e decisionali del comune. Difficile davvero capire come riprendere il bandolo della matassa e dove l’Amministrazione voglia portare una biblioteca così. Peccato.
Concludo. Per Fabrizio la pensione è un traguardo raggiunto. Sono lieto per lui. Ma per i giovani lettori pisani e per i loro genitori l'uscita di scena di Fabrizio (e di Ale, perchè io continuo a pensarli professionalmente come una coppia, per quando individualmente molto diversi) costituisce una piccola tragedia. Una tragedia che un'amministrazione attenta alla qualità del servizio bibliotecario avrebbe potuto evitare. Non certo impedendo a Ale e Fabrizio di andare in pensione. Ci mancherebbe. Ma almeno affiancando negli ultimi mesi questi bibliotecari con giovani promettenti, ai quali i due anziani bibliotecari pisani avrebbero potuto passare il condensato delle loro esperienze lavorative, le loro conoscenze, le loro relazioni migliori. Invece niente. Niente trasmissione della memoria professionale. Niente passaggio dell’esperienza amministrativa in ambito culturale. Un impoverimento secco per i lettori pisani che fuori da una ristrettissima cerchia di addetti ai lavori non si riesce neppure a percepire.
Ma se in Italia (e anche nel pisano) si legge poco è anche perché si cura poco l’infrastruttura che supporta le lettura e che promuove la crescita dei lettori. E c’è poca sensibilità e poca attenzione verso questi servizi. Di questa infrastruttura fanno parte anche i bibliotecari. Persone come Fabrizio e Ale. Che professionalmente ci mancheranno. Ma soprattutto mancheranno ai giovani lettori, anche se forse questi ultimi non lo sapranno mai.

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