Fabrizio B.,
schivo come sempre, ha detto alcune cose importanti in una chat di
bibliotecari della provincia di Pisa in merito al suo lavoro e alla
sua esperienza di bibliotecario animatore. Annotazioni che mi piace
riprendere, commentare e rilanciare.
Primo:
l'esperienza della biblioteca dei ragazzi di Pisa, che lui ha
condiviso con Alessandro S., è stata un fatto notevole per
la città, per i bambini, per i ragazzi e per i loro genitori. Credo
che il lavoro di educazione alla lettura che hanno svolto lui e Ale
sulle scuole pisane della fascia dell'obbligo sia stato davvero importante.
Peccato che ora, al posto di questi due bibliotecari animatori della
lettura, ci sia veramente poco. A parte l'esperienza che viene
condotta avanti nell'ambito del progetto "Nati per leggere",
mi pare manchi un sistema di relazioni diffuso e ben ancorato col
mondo degli insegnanti e degli studenti. Sì, Fabrizio e Alessandro
mancheranno ai bambini e ai ragazzi delle classi della primaria e
della secondaria di primo grado di Pisa. Rimpiazzarli non sarà
facile, soprattutto se, come sembra, si deciderà di non farlo e così
di mandare a ramengo il lungo lavoro di educazione alla lettura che è
stato svolto fino a pochi mesi fa. Certo, spero di sbagliarmi, ma
questa sembra la posizione attuale. Ed è sempre meglio saperlo,
piuttosto che far finta di nulla. Anche se un po' amareggia.
Secondo:
confermo che l'aggancio tra la Rete Bibliolandia e Biblio Pisa
comunale avvenne attraverso la biblioteca dei ragazzi nei primi anni
del 2000. Fu Fabrizio, in particolare, a suggerire alla dirigente di
allora di aderire alla Rete, facendole intravedere i vantaggi per
loro di questa collaborazione. E la cosa, faticosamente e lentamente,
andò in porto. Ci volle del tempo, ma le spinte costanti di Fabrizio
in questa direzione pagarono. Biblio Pisa tra il 2008 e il 2009 entrò
nella grande famiglia di Bibliolandia. Fabrizio cominciò a
partecipare alle riunioni del Comitato Tecnico e divenne un
collaboratore qualificato dei progetti di promozione della lettura
(cfr. Fare Form@zione 2018-2019).
Terzo.
Gestire le transizioni tecniche (e anche politiche) dentro agli enti
locali non è mai un problema facile. I più anziani di noi lo sanno
bene. Biblio SMS è davvero in una fase di grande impoverimento
professionale e culturale, di cui, per altro, non si vede la fine.
Sta perdendo visibilità e forza nei servizi. La stessa opinione
pubblica pisana sembra distratta rispetto a questa struttura
importante oltre che particolarmente bella e potenzialmente
strategica. Inoltre il Covid19 pare avere scollato ancora di più
tutti i vari livelli organizzativi e decisionali del comune.
Difficile davvero capire come riprendere il bandolo della matassa e
dove l’Amministrazione voglia portare una biblioteca così. Peccato.
Concludo.
Per Fabrizio la pensione è un traguardo raggiunto. Sono lieto per
lui. Ma per i giovani lettori pisani e per i loro genitori l'uscita
di scena di Fabrizio (e di Ale, perchè io continuo a pensarli
professionalmente come una coppia, per quando individualmente molto
diversi) costituisce una piccola tragedia. Una tragedia che
un'amministrazione attenta alla qualità del servizio bibliotecario
avrebbe potuto evitare. Non certo impedendo a Ale e Fabrizio di
andare in pensione. Ci mancherebbe. Ma almeno affiancando negli
ultimi mesi questi bibliotecari con giovani promettenti, ai quali i
due anziani bibliotecari pisani avrebbero potuto passare il
condensato delle loro esperienze lavorative, le loro conoscenze, le
loro relazioni migliori. Invece niente. Niente trasmissione della
memoria professionale. Niente passaggio dell’esperienza
amministrativa in ambito culturale. Un impoverimento secco per i
lettori pisani che fuori da una ristrettissima cerchia di addetti ai
lavori non si riesce neppure a percepire.
Ma
se in Italia (e anche nel pisano) si legge poco è anche perché si
cura poco l’infrastruttura che supporta le lettura e che promuove
la crescita dei lettori. E c’è poca sensibilità e poca attenzione
verso questi servizi. Di questa infrastruttura fanno parte anche i
bibliotecari. Persone come Fabrizio e Ale. Che professionalmente ci
mancheranno. Ma soprattutto mancheranno ai giovani lettori, anche se
forse questi ultimi non lo sapranno mai.
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