Senza dimenticare Valentina Filidei, che della Tagete è stata coautrice e grande protagonista, ieri Michele Quirici ha raccontato parti importanti e perfino intime della sua avventura professionale. A cominciare da quando iniziò il suo percorso in mezzo alla carta stampata diventando uno degli ultimi rivenditori di libri della Einaudi, ereditando il ruolo che su Pontedera era stato svolto di Raffello Pistolesi. Davanti ad un pubblico di incuriosite e partecipi signore dell'UTel, Michele ha snocciolato le difficoltà del suo mestiere, la cronica mancanza di soldi dei committenti, lo scarso numero di lettori, la complessità di mettere insieme tutti i fattori che stanno dietro ad un volume. Ma poi è passato a sottolineare la bellezza e la passione di fare libri e di metterli al mondo, un po' come si fa coi figli, di presentarli agli amici e ai conoscenti, e poi di mandarli a giro per il mondo, da soli, perché attraverso la lettura si facciano una reputazione, facciano onore al loro autore e al loro editore, al quale, dettaglio non secondario, dovrebbero anche consentire di campare. Ma, come ha sottolineato più volte, la vita di un editore è dura e aspra. Michele però lo sapeva e non avrebbe mai voluto farne un'altra.
In particolare ieri Michele Quirici ha parlato, per oltre un'ora, di alcuni libri dedicati a Pontedera: da quelli che raccontano l'avventura di Sandro Mazzinghi alle 600 pagine del volume sul Pontedera Calcio: uno dei libri col maggior numero di pagine dedicato ad una squadra di calcio di tutte le serie (almeno in Italia). E poi dalla sua borsa ha tirato fuori i testi di Mario Marianelli, di Giacomo Maccheroni, il volume di Balbiani scritto da Dino Fiumalbi, la ricerca di Manfredi sul generale Luigi Stefanelli, lo splendido studio di Ristori dedicato al Palazzo Pretorio (ma anche palazzo comunale) di Pontedera . E ancora una miriade di altri volumi compresi quelli dedicati alla storia economica della città e alle lotte dei lavoratori della Piaggio in particolare. Infine ha citato (lui che, con Cimino, era stato un padre del premio letterario "Orne Gialle") la pubblicazione di un giallo che merita, uscito per la Tagete di recente e che sta dando fama al giovane Walter Mangini. Si tratta "La terapia celata".
Del resto se Pontedera ha una memoria così ricca e pubblicata, se la Valdera è inondata di libri di memorie e di saggistica, gran parte del merito va davvero alla Tagete Edizioni, al grande lavoro di scavo che lo stesso Quirici ha svolto negli ultimi venti annui sulle fonti e soprattutto alla sua voglia di "salvare tutti i documenti possibili", incluse le memorie delle singole personalità: modeste o illustri che siano.
Michele Quirici è insomma una risorsa culturale eccezionale per il nostro territorio, al cui appello a leggere (e a comprare libri) dovremmo tutti rispondere

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