Non trovo coraggiosa ma approssimativa e poco razionale la scelta del nuovo plesso scolastico nell’area tra nuova coop, pubblica assistenza, rotatorie stradali varie e cimiteri e mi paiono troppo vaghe le affermazioni su cosa si farà dell'edificio di piazza Garibaldi (il terzo o quarto edificio scolastico destinato a una vita fantasmatica).
Sono ovviamente contento che l'intitolazione della nuova scuola sia caduta su Dino Carlesi. È stato indubbiamente uno dei pedagogisti più importanti della nostra città. Ma osservo che la città ha avuto anche altre figure interessanti di docenti e pedagoghi. Penso a Aldo Vespi o a Enzo Catarsi, che andrebbero valorizzati, non solo intitolandogli qualche edificio. Come? Con studi, convegni, lavoro di analisi, incentivi a giovani ricercatori a scriverne la biografia; in sostanza con azioni serie e impegnative di cui invece a Pontedera non si vede traccia. Perchè la memoria va bene, ma è soprattutto la conoscenza del lavoro e delle idee dei concittadini qualificati che arricchisce la città. La memoria infatti è spesso usata dalle istituzioni per scopi celebrativi e cerimoniosi. A volte perfino per ragioni propagandistiche o per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica. E a Carlesi essere usato come specchietto per le allodole è sicuro che non sarebbe piaciuto affatto.
Detto questo aggiungo che il progetto di portare via dall'edificio di piazza Garibaldi le scuole medie e elementari mi convince poco. Cosi come mi paiono poco chiare e vaghe le dichiarazioni dell'amministrazione di voler riportare tra tre o quattro anni (ovvero se l'attuale amministrazione supererà la prossima tornata elettorale) in piazza Garibaldi alcune classi non meglio precisate. In sostanza l'intitolazione della nuova sede a Dino Carlesi, che, ripeto, apprezzo molto, stride troppo con la scarsa chiarezza che si nota attorno al nuovo polo scolastico e al destino dell’edificio di piazza Garibaldi. E parlo di scarsa chiarezza perchè non mi risulta che tutte le scelte annunziate e quelle già realizzate siano accompagnate da uno studio analitico sull’offerta formativa e sulla distribuzione degli scolari e dei plessi a Pontedera. Sbaglierò, ma più che con coraggio, mi pare un modo di procedere alla carlona, con un intervento qui (come la distribuzione di un po’ di classi alla Borra, magari per giustificare interventi che con la scuola non c’entrano nulla) e uno là, senza chiarire come si riposizioneranno bene tutte le risorse in campo: da quelle umane a quelle edilizie.
E
poiché ciò che si sa del progetto non mi convince, metto giù
alcune annotazioni
sperando di suscitare un po’ di dibattito pubblico su quella che è
di
sicuro una
scelta importante per la città.
Una
scelta che dovrebbe essere ponderata attentamente.
Perchè è soprattutto la razionalità che dovrebbe guidare l’azione
amministrativa.
La
prima è che quasi
nessun
bambino o ragazzo andrà
o sarà accompagnato
nella
nuova scuola a piedi; e anche recarcisi in bicicletta non sarà
facile a
meno di non infrastrutturare in forma diversa la viabilità della
sfrangiata aria
a
sud
del capoluogo.
Nell'era in cui tutti siamo chiamati al risparmio energetico, tutti o
quasi tutti dovranno prendere un mezzo di
trasporto
inquinante e che spreca energia non rinnovabile per raggiungere la
nuova scuola. Anche l'elettricità delle auto elettriche infatti
andrà
in larga misura prodotta con combustibili fossili. Non
dimentichiamocelo. Un primo spostamento fuori
città è
già avvenuto per l'asilo confinato
allo
Sporting club, corredato
dall’abbandono
a se stesso del
vecchio edificio di via Corridoni, usato oggi, sembra, come un
magazzino e di cui non si conosce il futuro. Così
come
non
si sa che fine farà la
gigantesca scuola ex
Iti
in piazza Belfiore, né
l'ex
Ipsia in via Manzoni: a documentare una vera
moria
di edifici scolastici, destinati
a restare ruderi per lunghi decenni, a Pontedera, e
ai quali potrebbe ora
affiancarsi
anche la scuola Curtatone.
La
seconda è legata all'età dei bambini e dei ragazzi che frequentano
la nuova scuola. Una scelta straniante come quella extra urbana, se
va bene per ragazzi delle
superiori
funziona
peggio per i più piccoli, disancorandoli e disamorandoli dal
rapporto abitazione-scuola-quartiere-citta'. Un
rapporto importante per generare cittadinanza.
La
terza è che il grande edificio ottocentesco di
piazza Garibaldi
è strettamente legato all'identità urbana e scolastica di Pontedera
e si dovrebbe rinnovarlo, se necessario rifondarlo, magari farlo
riprogettare in forma più moderna e funzionale, ... ma restituirlo
alla sua vocazione primaria: interamente e chiaramente scolastica.
Certo
la riprogettazione dovrebbe avere indirizzi chiari e non vaghi come
quelli rintracciabili nei comunicati del Comune. Ma un documento di
programmazione univoca e chiara approvato con una delibera dalla
Giunta c'è?
La
quarta e' che un centro storico vive di funzioni e nella nostra città
le funzioni scolastiche hanno strutturato e caratterizzato anche
tutti i servizi intorno a quell'area urbana. Lo sradicamento di
questa funzione è una ferita che il centro storico rischia di pagare
a caro prezzo, avviandosi sempre più in una dimensione effimera e
continuamente cangiante, ovviamente foriera di una perdita di
identità e forse anche di risorse. La fuoriuscita della scuola da
piazza Garibaldi, insieme a tutte le chiacchiere che corrono in città
anche su altri plessi, crea un vuoto culturale e un certo smarrimento
non solo nei genitori e nella loro già complicata gestione dei
figli, ma in chiunque viva la città e l'apprezzi come un corpo
coerente e non come una giungla in cui sopravvivere disperatamente,
mentre l'amministrazione si arrabatta in scelte apparentemente ganze
e coraggiose,
ma assolutamente scollegate dal resto del contesto urbano e della
popolazione che ci vive.
La
quinta è che un progetto scolastico così importante
come quello vagheggiato andrebbe supportato da uno studio pedagogico,
di didattica scolastica e di riorganizzazione assai approfondito. Con
un’analisi degli andamenti demografici, di quanti bambini e ragazzi
ci aspettiamo nei prossimi 20 anni in città, di quali servizi si
intendono realizzare per
loro,
di
come sarà ristrutturata la viabilità e la parcheggiabilità
nell’intera area tra Coop e Cimiteri, con tanto di impatto
ambientale, ecc.: Insomma
un investimento di diversi milioni di euro richiederebbe
uno studio approfondito (e non solo chiacchiere coraggiose) su ciò
che si vuole davvero fare (con
obiettivi, popolazione coinvolta, cronoprogramma, ecc.);
uno studio
che non mi pare di aver visto circolare, né mi risulta sia stato
elaborato da qualche esperto (nemmeno
in forma di un primo report, se non proprio di bozza definita).
Quello
che manca dunque
pare
proprio un progetto razionale e serio.
Un progetto che sono convinto Dino Carlesi avrebbe voluto leggere e
studiare con attenzione prima di dire la sua. Un progetto che ai
vecchi tempi sarebbe stato presentato nelle sezioni dei partiti di
maggioranza, poi discusso in un un'assemblea pubblica e infine
portato in consiglio comunale (dove
invece la discussione su questo punto previsto nel
DUP 2022 è scivolata via nell’indifferenza o
con
parole eccessivamente emozionali e retoriche).
Insomma
tutto
il rovescio di come si è fatto adesso, dove
un chiacchiericcio quotidiano e diversi comunicati sulla stampa, su
facebook, sul web stanno
confondendo
il cervello più che chiarire le idee
ai
genitori e ai cittadini.
Un
modello antiquato? La democrazia partecipata e lineare va troppo
lenta per i tempi moderni? Per quello che so di Carlesi non credo che
avrebbe apprezzato tutta questa frettolosa e fantasmagorica
approssimazione. Proprio no. Per questo sottolineo
che non basterà la trovata di una intitolazione qualificata della
nuova scuola a farne un buon progetto e a non aprire un vuoto
culturale e forse identitario del cuore della città. No, non basterà
Nessun commento:
Posta un commento