Quando si ragiona di Comunita' Europea dico che non parlerei di "fallimento dell'integrazione europea", quanto piuttosto di incompiutezza del processo di intrgrazione. Un processo fortemente condizionato prima dalla guerra fredda, poi dalla fine dell'imperialismo sovietico e ora dal suo ritorno neozarista e dall'incrinarsi dai processi di integrazione/globalizzazione e dal ripresentarsi di forti sentimenti nazionalisti. A mio avviso il faticoso e lento processo di integrazione europea e' in realta' un mezzo miracolo, dato il variare continuo del contesto storico e delle classi dirigenti. Lo stesso dicasi per l'Euro. Aggiungerei che per la ns generazione di settantenni Europa ed euro sono state e sono due botte di c.... che spero che i ns figli e i nostri nipoti conservino e, se ce la fanno, migliorino. Sono realta' perfette? Certo che no. Ma la drammatica ridefinizione attuale delle relazioni internazionali ce ne fa toccare con mano l'importanza. Aggiungerei infine che parlare di "mortale abbraccio dell'atlantismo" come capita a volte do leggere o di sentir dire, mi sembra ingeneroso. Atlantismo e europeismo sono stati assi che hanno garantito pace e sviluppo in Europa per circa 80 anni e favorito l' evoluzione democratica di diversi paesi europei a vocazione autoritaria: Italia inclusa". Per fare di meglio le poco omogenee classi dirigenti europee dovrebbero affrontare problemi che (a cominciare dalla sicurezza del continente) non sembrano assolutamente in grado di gestire. Certo la guerra in corso in Ucraina sta scuotendo l'edificio europeo, attaccato anche dai rigurgiti nazionalisti. Le previsioni sono difficili, ma un'autosufficienza europea politica, militare ed economica non sembra realistica, soprattutto dopo la Brexit. Prendere atto che l'europa e' un vaso di coccio tra le grandi potenze aggressive del pianeta e gestire con maggiore realismo anche il proprio protagonismo internazionale ci farebbe bene. O almeno cosi credo.
Nessun commento:
Posta un commento