Le democratiche amministrazioni comunali di Pontedera hanno sempre avuto un rapporto complicato col Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Da vivo e da morto. Da vivo le giunte socialcomuniste e i partiti che le sostenevano battevano cassa da lui quando Gronchi era al Quirinale per ottenere diversi favori, ma lo attaccavano ideologicamente e politicamente appena potevano come democristiano, fino a sospettarlo di simpatie fasciste al tempo del governo Tambroni. Lo accusarono sempre di essere stato poco prodigo coi pontederesi e questa vulgata sopravvive nei vecchi postsocialisti e postcomunisti con cui mi capita a volte di parlare. Fu solo la Dc locale, nella prima repubblica, a costruire un Centro studi a lui dedicato e a organizzare ricerche, pubblicazioni e convegni, a cui intervennero presidenti della Repubblica, tutti democristiani, si capisce. Poi PCI, PSI e DC scomparvero, almeno come sigle politiche, ma diversi loro uomini si reimpastarono e collaborarono nelle coalizioni di centro-sinistra a Pontedera e a quel punto il giudizio su Gronchi, nel frattempo morto e sepolto nel bel cimitero della Misericordia, cambiò. Cosi le amministrazioni di centro sinistra (che includevano ormai anche ex uomini della DC) sostennero con più convinzione il Centro studi animato prima da Stefano Bertelli e oggi da Paolo Morelli e dagli anni ‘90 parteciparono al premio arti visive dedicato a Gronchi, fino ad arrivare nel 2014 alla intitolazione della nuova biblioteca comunale proprio a Gronchi: una scelta che, lo ricordo bene, non fu affatto facile e per niente scontata dentro il PD di allora.
Oggi l’ingresso del Comune nella Rete delle città dei presidenti della Repubblica. Ottimo. Bravi. Bella cosa.
Peccato che a Pontedera non esistano neppure tre stanze, aperte al pubblico, dove si possa vedere qualche documento che parli di Gronchi o dove ci siano anche solo dei pannelli che illustrino la straordinaria biografia politica di uno dei più grandi politici del Novecento italiano. Non dico un museo. Dico tre stanze per farci entrare i turisti che vogliano visitare la città presidenziale e farsi un’idea sommaria di chi sia stato Giovanni Gronchi; e soprattutto per portarci gli studenti del villaggio scolastico a cui varrebbe la pena di raccontarla la sua incredibile biografia.
Ma siccome l’anno prossimo è il 70° anniversario dell’elezione di Gronchi alla presidenza della repubblica e nel 2028 ricorrerà l’80esimo della sua elezione a presidente della Camera dei deputati, sono certo che qualche interessante progetto culturale l’amministrazione comunale lo sta già cantierando, magari in collaborazione con le scuole superiori e col Centro studi gronchiano per coinvolgere proprio le giovani generazioni nello studio e nella comprensione storica di quello che resta il più illustre ma poco conosciuto nostro concittadino.
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