giovedì 10 luglio 2025

L’EUROPA, L’ITALIA E L’INDIPENDENZA DELL’UCRAINA

 

Le massime cariche dello stato italiano dicono che l’Europa (e l’Italia che ne fa parte) deve sostenere la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. L’hanno ribadito anche ieri a Zelenski venuto a Roma a cercare aiuti.

Il presidente Mattarella, in particolare, secondo il sito Rainews.it del 9 luglio, ha parlato con Zelenski di “[... pieno sostegno del nostro paese all'indipendenza, alla sovranità, alla integrità territoriale dell'Ucraina, con la vicinanza più intensa e concreta, la nostra posizione è e rimane assolutamente ferma in questa posizione (sic)".

Il nostro presidente (sempre secondo Rainews.it) ha detto anche che “la sicurezza ucraina si identifica con la sicurezza europea, contro chi vorrebbe tornare a una concezione di predominio dei rapporti tra gli Stati, facendoci fare un salto all'indietro di quasi un secolo”.

Ora, senza che gli italiani se ne accorgano, mentre gli Stati Uniti trumpeggiano, noi e molti degli stati europei stiamo scivolando sempre di più verso il ruolo di “garanti” dell’indipendenza e della sovranità dell’Ucraina. 

Ma indipendenza da chi? 

E sovranità minacciata da chi?

Ovviamente dalla Russia.

Chiedo: ma siamo sicuri di renderci conto noi italiani e noi europei degli obblighi concreti e potenzialmente drammatici che questa assunzione di responsabilità implica?

Possiamo davvero garantire l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina dalla Russia noi che non riusciamo neppure ad arrestare e processare un boss libico che abbiamo rimpatriato di corsa dopo averlo catturato forse per sbaglio?

Non credo proprio. Infatti per garantire la sicurezza dell’Ucraina ci riarmiamo (come Nato, come Europa e come Italia), prevedendo di spendere decine di miliardi per armi e infrastrutture e ragionando anche di riattivare la leva militare. Perché la guerra non è un videogioco giocato solo davanti ai computer coi droni che svolazzano e buttano bombe. Qualcuno deve scendere davvero sul terreno e rischiare di farsi ammazzare per garantire la sicurezza. Come si vede da quanto sta accadendo da oltre 3 anni in Ucraina.

Ora però il dibattito tra le forze politiche italiane (e anche sulla stampa cartacea e digitale nazionalpopolare) non evidenzia una chiara consapevolezza né dei costi né soprattutto dei fattori di rischio che ruotano attorno almeno a 3 elementi:

1. fare i garanti dell'indipendenza dell’Ucraina potrebbe voler dire entrare in guerra con la Russia (visto che l’Ucraina è un’ex repubblica dell’ex Urss che la Russia di Putin è decisa a riannettersi con le armi, come dimostrano oltre 3 anni di guerra);

2. la Russia non è una potenza militare di poco conto; ha un governo politico dittatoriale, senza opposizione (se non in galera); è una società abituata a gestire lunghi periodi di guerra; è molto resiliente; e chi la governa oggi persegue sicuramente progetti neoimperiali (forse destinati a finire male, ma che sta comunque attuando);

3. la Russia è una potenza nucleare e gestire un conflitto con una potenza nucleare, a fronte delle incertezze manifestate dagli USA, non sarebbe per un’Europa democratica e molto divisa al proprio interno, e quindi per l’Italia, una bagatella.

L’opinione pubblica italiana spesso finge di non vedere i problemi importanti che la riguardano. Ma le relazioni con la Russia potrebbero davvero farsi drammatiche come conseguenza delle garanzie che (almeno a parole) stiamo fornendo all’Ucraina.

Ora, che l’industria bellica italiana e le imprese che sperano di ricostruire fisicamente l’Ucraina ci spingano a firmare la “garanzia all’Ucraina” lo capisco.

Ma il grosso del Paese non credo si renda conto che stiamo giocando col fuoco (anche nucleare).

La sensazione semmai è quella di genti anziane, per lo più benestanti ma un po' stordite, guidate da apprendisti stregoni, compresi diversi underdog, che potrebbero farsi (e farci) parecchio del male senza nemmeno rendersene conto. Naturalmente attorno a questi attempati bamboccioni (e a pochi giovani molto distratti) sfarfalla una pletora di commentatori pasticcioni e un po' di furbetti pagati per confondere le acque.

Comunque, spero di sbagliarmi.

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