Inaugurate oggi le Officine Garibaldi a Pisa
Ho partecipato, da spettatore interessato, ad un evento credo interessante per Pisa: l'inaugurazione di un edificio/spazio, in via Gioberti, articolato sui 4/5.000 mq (tre piani e un grande spazio interrato, più un grande giardino esterno appoggiato ad un tratto delle mura medievali) destinato a... varie attività e servizi, che, in buona parte, come hanno detto sia il sindaco di Pisa e presidente della Provincia che il presidente della PAIM (la cooperativa sociale capofila della ATI che ha ottenuto in gestione mediante concessione l'immobile dalla Provincia) si preciseranno col tempo. Intanto da oggi le Officine Garibaldi, coraggiosamente e con una sana dose di incoscienza garibaldina, aprono le porte e.....partono.
E già l'edificio potrebbe costruire un monumento attrattivo. Perchè per come è realizzato, per dove si trova e per altre caratteristiche è di grande interesse, come stasera ha brevemente raccontato l'architetto Salvatore Re che ha progettato e portato a forma la struttura (cfr. intervista su http://www.floornature.it/salvatore-re-7588/). E' appena nato (beh, di fatto ha già almeno 6 anni tra progettazione e realizzazione), ma la sua storia e quello che si vede all'interno è affascinante. Soprattutto avendo in mente in quale congiuntura avversa si è trovato a... crescere. Pensato e avviato, intercettando fondi PIUS (e quindi finanziamenti europei e regionali), ovvero quando la Provincia di Pisa (come le altre province) aveva ancora competenze culturali, turistiche, sociali, formative, ecc., è stato portato a forma nel 2016 mentre questa istituzione, la Provincia, veniva sostanzialmente ridimensionata e perdeva quasi tutte le funzioni a cui l'edificio avrebbe dovuto essere destinato, tra cui (e da qui è nata la mia curiosità e l'aver seguito la sua storia) la collocazione della Biblioteca Provinciale (oggi ancora in via Betti). Insomma è un mezzo miracolo che l'edificio sia stato partorito. E così bello e innovativo. Poteva essere abortito per grave malattia della madre (la Provincia). Invece è nato: a dispetto della crisi, delle nostra confusione legislativa e della farraginosità amministrativa.
Infatti, lo confesso, quando nel 2014 ho cominciato a sentir parlare dell'edificio di via Gioberti (e dei progetti connessi) e ho approfondito le problematiche collegate con la sua costruzione (e la sua successiva gestione) ho pensato che l'edificio non sarebbe mai arrivato alla fine e che non avrebbe mai contenuto la Biblioteca Provinciale. Tesi queste che ho sostenuto anche in pubblico. Ammetto quindi ora, pubblicamente, di essermi sbagliato e il vederlo realizzato ed operativo, mi fa molto piacere e spero che nei prossimi mesi la PAIM riuscirà a definire un assetto gestionale della struttura dalle molte facce e sicuramente polivalente in grado di aprirla e di farci passare migliaia di persone ogni giorno.
Tuttavia una delle battute più divertenti che oggi ho registrato sul mio taccuino è quella tra un politico di rilievo e un rappresentante di una cooperativa che partecipa alla concessione. L'uomo politico ha chiesto come diavolo pensavano di tenere in piedi tutto quel po' po' di Vaticano. L'altro ha sorriso, si è strusciato la barba e ha sornionamente concluso che in qualche modo avrebbero fatto. Si sarebbero rivolti a tutti. Ha dichiarato. Avrebbero gestito progetti e accoglienza ed erano aperti a suggerimenti e integrazioni. In sostanza avrebbero fatto di necessità virtù. Confidando sul buon senso degli uomini di buona volontà. Insomma non è chiaro come volerà questo gigantesco calabrone, ma volerà.
Di sicuro, come ha confermato anche il presidente della Provincia per la città di Pisa, le Offine Garibaldi costituiscino una bella sfida che si collega anche con le funzioni di informazioni e di lettura della vicina struttura della Biblioteca SMS e con gli spazi espositivi che si trovano a fianco della nuova Biblioteca civica. Le Officine Garibaldi entrano poi in un'area che col Pisa Book Festival sembra sempre di più destinata a trovare nei libri e nella lettura non solo un proprio elemento identitario ma un elemento che dovrebbe portare anche a pensare ad un Pisa Book Festival che dura tutto l'anno e che è disseminato per tutta la città. Insomma Pisa, grazie anche all'arrivo delle Officine Garibaldi, grazie all'Università, grazie al suo tessuto di piccole e grandi librerie, grazie alle sue innumerevoli case editrici dovrebbe realizzare un piano di presentazione e promozione di libri con centinaia di occasioni distribuite su tutti i giorni di tutti i mesi dell'anno. Un calendario fitto. Senza interruzioni. Il pubblico, anzi i tanti tipi di pubblico, probabilmente non mancherebbero. E forse questo potrebbe ridarle la forza di tentare (ovviamente con molte altre eccellenze culturali) di agguantare il traguardo di città nazionale ed internazionale della cultura.
Quanto alla Biblioteca provinciale e al suo trasferimento presso un'area delle Officine (nella foto si vede un angolo che dovrebbe accogliere la sala di consultazione e lettura della Biblio Provinciale), è chiaro che ciò che sarà trasferito va ripensato e adeguato al luogo, al giro di persone e di attività e alle .cangianti funzioni delle officine, ma senza smarrire l'essenza di una biblioteca. E qui la speranza è che delle attività strategiche della vecchia Biblioteca di via Betti qui trovino posto almeno: (a) la consultazione dell'emeroteca e dell'importante collezioni di riviste e quotidiani su microfilm; (b) 100 posti lettura (con wifi e tavoli con prese elettriche) per studenti di scuola superiore e universitari sempre affamati di buoni posti al caldo per leggere e fare comunità; (c) il prestito di libri del posseduto della provinciale e della Rete Bibliotecaria Provinciale (circa 1.000.000 di volumi).
Certo, aggiungo io, niente vieterebbe che, con un servizio di trasporto libri, presso le Officine Garibaldi si potessero prestare e far leggere anche libri di altre biblioteche attualmente meno agibili o ormai decentrate (penso alla BFS). Perchè, e su questo insisto spesso, e Amazon ne ha fatto il suo core business, non è importante in quale magazzino stiano i libri, l'importante è che questi magazzini abbiamo i loro cataloghi facilmente accessibili online e che siano logisticamente collegati con luoghi dove gli utenti possono andare a consultarli o a prenderli in prestito. E le Officine Garibaldi potrebbero essere il perno di questo servizio.
Insomma se le Officine Garibaldi volessero e potessero farlo, potrebbero configurarsi come un luogo baricentrico su Pisa per distribuire libri a chi vuole leggerli. E sono sicuro che i pisani (universitari e non) potrebbero molto apprezzare un simile servizio.
Naturalmente solo nei prossimi mesi si vedrà quanto delle belle promesse illustrate stasera si realizzerà. Quali idee di servizi prenderanno forma. Gli spazi non mancano. Le idee nemmeno. L'ATI mi pare consapevole della sfida che l'aspetta. Auguriamoci quindi che tutti possano fare la loro parte al meglio. In fondo l'essere arrivati qui è già un mezzo miracolo (o almeno per me lo è). Per questo esprimerei un cauto ottimismo sul futuro.







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