sabato 11 novembre 2017

Una nuova strepitosa mostra al PALP di Pontedera, ma i negozianti la ignorano. Perchè?

Quest'anno mi è capitato di vedere una curiosissima mostra in una città del Trentino. Era dedicata alle Radio. Era fatta da oltre un centinaio di pezzi. C'erano Radio di tutte le età e dalle tante provenienze internazionali. E per fare pubblicità alla mostra, in tutte le oltre cento vetrine del paese trentino era esposta una Radio d'epoca. Nel negozio che vendeva formaggi, in quello che noleggiava sci, nel bar, persino dall'orafo e in quello che vendeva oggetti di artigianato locale. Tutti mobilitati con la loro Radio originale con didascalia ben curata sulla mostra.
A Pontedera invece stasera ho percorso tutto il corso e dintorni e non mi pare di aver visto nè un manifesto della mostra, né una giocattolo. E un giocattolo e una piccola locandina invece ci sarebbero stati proprio bene, visto che la nuova mostra che si è inaugurata stasera al Palazzo Pretorio si intitola "La trottola e il robot tra Balla, Casorati e Capogrossi" e presenta giocattoli e opere d'arte di pittori di notevolissimo livello (oltre a quelli citati: Carlo Levi, Severini, Gentilini, De Chirico, Savinio e tanti altri; il tutto illustrato in un bellissimo catalogo curato da Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci, Bandecchi & Vivaldi editore).
Ma com'è possibile che una mostra di livello nazionale, che cerca di attrarre turisti a Pontedera, turisti con interessi culturali che potrebbero andare a visitare anche il Museo Piaggio e, perchè no?, le mostre al Sete Sois e magari uno spettacolo al Teatro Era, e magari fermarsi in un negozio o in un ristorante, com'è possibile che un evento che certo ha un forte contenuto culturale, ma ha anche un importante obiettivo economico, venga ignorato da chi potrebbe giovarsi di quelle 20.000 presenze in più che la mostra potrebbe portare in città e nel centro storico nei prossimi 5 mesi?
Come è possibile che una cosa del genere la capiscano bene i commerciati di un paesino del Trentino (e non sto parlando di città capoluogo o di 10.000 abitanti, ma di un centro sotto i 5.000 abitanti anche se a vocazione sciistico e paesaggistica) e non la capiscano i compaesani pontaderesi che almeno dalla metà del '700 (come dimostra un bel documento sul Palazzo Pretorio) campano di mercati, fiere, persone che vengono da fuori a fare acquisti e a divertirsi in città?
Comunque dato che la mostra durerà fino alla fine di aprile, mi auguro che i miei compaesani distratti si ravvedano e che prima di Natale i giocattoli e le locandine della mostra compaiano nelle vetrine della città. 
Non solo. Siccome il passaparola nelle mostre vale il 60 per cento di visitatori, mi auguro che tutti i negozianti di tutte le tipologie di negozi mentre vendono un caffè o un profumo o un vestitino o un pezzo di pizza possano chiedere ai loro clienti se hanno visto la mostra al PALP e invitarli ad andarci. Perchè chi ci andrà (e ci andranno quelli a cui sarà suggerito con passione e intelligenza di andarci anche dai commercianti), rimarrà a bocca aperta e magari ne parlerà con altri amici e forse suggerirà loro di andarci. E magari, a battuta, chiederà se un qualche dopocena, quando la mostra è chiusa, magari pagando un biglietto speciale, non si possa accedere al PALP. No, non per rivedere la bella tela di Carlo Levi o il piccolo quadro di Savinio. Ma per giocare con i giocattoli d'epoca e farcisi fotografare nel mezzo.
Sì, mi auguro proprio che i negozianti (farmacisti inclusi) costruiscano un gigantesco passaparola. Farebbero un gran favore alla mostra, ma di ritorno anche a loro stessi. Sarebbe un gran bel modo di dimostrare che Pontedera è davvero una comunità che sa fare squadra. E sa continuare a campare delle sue abilità mercantili, anche in tempi complicatissimi come questi.
Perchè per tornare a crescere, fare squadra servirà. E parecchio.

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