sabato 11 novembre 2017

Ma qualcuno legge ancora Gramsci?

Non è facile rispondere ad una simile domanda. Servirebbero i dati delle vendite di Amazon, di IBS e quelli delle librerie di mezzo mondo. Più i dati della biblioteche del mondo. Oppure se volessimo sapere se Gramsci viene letto in Italia, bisognerebbe sempre chiedere ad Amazon, a IBS, a Fastbook più tutte le librerie italiane, più le biblioteche. Insomma è chiaro che nessuno potrà mai rispondere ad una domanda del genere con certezza assoluta.
Ma una cosa possono controllare i lettori delle Reti Bibliotecarie toscane, ovvero se qualche libro di Gramsci o su Gramsci viene preso in prestito dai lettori di queste Reti.
Bene. Mi sono divertito a fare un riscontro puntuale su quanti libri scritti da Gramsci risultano attualmente in prestito presso i 40.000 lettori della Rete Bibliotecaria Provinciale di Pisa. Il dato è pubblico.
I dati riconducibili ad Antonio Gramsci ci dicono che in Bibliolandia ci sono quasi 500 titoli (molti doppioni, ovviamente, dislocati in biblioteche diverse). I libri di cui Antonio Gramsci risulta autore in prestito ai lettori della provincia di Pisa sono zero . Esatto 0: in questo momento (il controllo è del giorno 11/11/2017) nessun opera di Gramsci risulta in prestito.
Ovviamente può essere che ci sia qualche errore, ma questo dato sembra largamente attendibile.
E un dato analogo sembra uscire anche da una rapida (ma ammetto incompleta) analisi (via OPAC) delle biblioteche dell'area empolese-valdelsa (un'area che era ancora più rossa, almeno fino ad un po' di tempo fa, di quella pisana).
Tra i testi di analisi gramsciana posseduti dalle biblioteche pubbliche (commenti, critiche, biografie) ne risulta in prestito solo uno, leggi 1, nel pisano.
Vuol dire qualcosa tutto questo?
Non lo so. Forse è solo un indizio. Ma importante.
Ci dice che ci sono 57 biblioteche di comuni e scuole della Provincia di Pisa che conservano circa 500 opere di e su questo pensatore, a cui anche recentemente è stato dedicata una giornata di studi a Pisa. E ci dice che in nessuna delle biblioteche della provincia pisana nessuno dei 40.000 lettori forti iscritti al prestito della provincia legge qualcosa di questo pensatore ritenuto "fondamentale".
Eppure anche negli ultimi anni sono uscite biografie, lettere, saggi polemici e saggi rivalutativi della sua opera. Ma nessuno è andato negli ultimi due mesi in biblioteca a prenderne una copia.
Ok in molte case di militanti di sinistra, ultracinquantenni, si troveranno copie dell'opera del pensatore sardo e molti potranno aver comprato le sue opere e la saggistica a lui riferibile in libreria (se si continuano a stampare, dovrebbe essere così). 
Ma la lettura pubblica ci fornisce un dato impietoso e senza sconti.
Che la figura di Gramsci, un martire antifascista, morto in carcere, resti moralmente importante per il Paese, non è cosa che si discuta.
Ma che si leggano i suoi testi come ispirazione e illuminazione alla politica contemporanea non pare affermazione sostenibile. Gramsci resta un pensatore difficile e per pochi. Su questo gli indizi (tra cui quelli che ho appena segnalato) sembrerebbero inequivocabili. Quindi è probabile che la sua lettura costituisca ormai un fenomeno assolutamente marginale (e confinato per lo più in ambienti accademici) per poterlo considerare un pensatore davvero influente sulla contemporaneità.
O almeno così mi pare di poter concludere dai dati che ho segnalato.


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