martedì 22 aprile 2025

AVE VANCE, I PARASSITI TI SALUTANO

È istruttivo seguire le news sui rapporti tra gli USA e l’ITALIA, gestiti da vari leader, ma collocati sempre all’interno di una relazione che resta asimmetrica. Tanto che chiunque si trovasse al posto della Meloni non potrebbe che comportarsi come lei e tenere la stessa postura cauta, guardinga, accondiscendente. Attenta a non fare la fine del povero Zelensky e a non essere costretta davvero a baciare… Beh, ci siamo capiti.

Del resto da 80 anni la piccola Italy, che, vale sempre la pena di ricordarlo, è stata “liberata” dal nazifascismo dagli eserciti Usa e inglesi, la piccola Italy, dicevo, è rimasta in una posizione di amichevole e “volontario” vassallaggio  rispetto agli USA (con i vantaggi e gli svantaggi del caso). Questo è accaduto a seguito della spartizione dell’Europa in zone d’influenza, decisa a Yalta tra Russi e Americani, e garantita dalla presenza dei rispettivi eserciti e poi delle bombe atomiche sul terreno (il nostro). Una spartizione che, per gli europei occidentali, ha continuato a funzionare, in una versione appena un po' più light, anche dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica.

Va sottolineato comunque che la piccola Italy non è il solo Stato che a partire dal 1945 si trova in questa condizione. Gli stessi tedeschi e diversi altri stati europei sono più o meno in questa nostra condizione.

In effetti la costruzione dell’Unione Europea avrebbe potuto fare nascere uno stato federale europeo meno dipendente dagli Usa. Ma, come dimostra anche la recente vicenda della guerra russo-ucraina, una entità sovranazionale europea è ancora in fieri; anzi, come nota spesso Lucio Caracciolo, direttore di LIMES, uno Stato Europeo è lontano dal prendere forma (anche per le numerose divisioni che oppongono i singoli stati europei, oltre che per la forza egemonica esercitata dagli USA). Perciò il vassallaggio rispetto agli USA rimarrà nel breve/medio periodo una condizione che non potrà essere evitata, né come europei, né come italiani. E chi guida oggi le nazioni dell’Occidente Europeo (OE) non può che tenerne conto e agire di conseguenza.

Colpisce semmai che neppure le forze di opposizione dell’OE (di solito più libere di esprimere i loro desiderata) e neppure il mondo giovanile non abbiano sentito il bisogno, in questi giorni, di fare udire la propria voce, con qualche festoso raduno, per contestare “pacificamente”, certo, ma pur sempre “contestare” la presenza sul suolo nazionale di un leader, JD VANCE, che, chiamandoci pubblicamente PARASSITI (epiteto che si estende a tutti gli italiani e quindi anche alla trojka formata da Salvini, Tajani e Meloni), un po' ci sbeffeggia.

Invece, perfino sul fronte delle piazze, calma piatta. O quasi. Mentre nelle stanze del potere abbracci, baci e uova di cioccolata “senza dazi” per l’illustre parassitologo.

Del resto siamo o non siamo il paese di RIGOLETTO che canta quella famosa arietta sui “cortigiani”?

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