L'età del disordine. Storia del mondo attuale 1968-2017 / di Tommaso Detti e Giovanni Gozzini, Laterza, 2018, 200p. Parte prima (e lunga)
Ho letto e in buona parte meditato questo agile volume che racconta, in sole 200 pagine, la storia sociale, economica e politica degli ultimi 50 anni della Terra, dedicando le ultime 10 pagine al caso italiano (sempre in riferimento allo stesso periodo). Che dire? Che il testo merita di essere letto da parte di chi abbia voglia di farsi un'idea un po' più chiara di come siano andate le cose nel mondo dal 1968 a oggi. Perchè diversamente dai giornali, dalle riviste e soprattutto dai volatili social, i libri continuano ad organizzare l'analisi dei fenomeni complessi con quell'accuratezza e quella profondità che rende più affidabile e sostanzialmente più valida qualunque affermazione contengano. E la storia dell'umanità negli ultimi 50 anni ricade sotto la categoria dei fenomeni complicati.
Così, due storici toscani di formazione marxista, ma con un orizzonte ampio e secolarizzato rispetto agli studi storici comparativi ed internazionali, non ci regalano l'ennesimo volumetto da mettere nello scaffale, ma una sintesi che cerca di ricostruire gli elementi portanti dei mutamenti in corso e del disordine e della confusione che li accompagna, trattandosi di vicende che coinvolgono oltre 200 stati, migliaia di imprese grandi come stati e oltre sette miliardi di persone.
Merci, capitali, persone e informazioni, tutto infatti ha preso a muoversi sempre più velocemente e caoticamente in questa seconda grande ondata di "globalizzazione" e di costruzione di un mondo "sempre più connesso" partita nel dopoguerra e rilanciata, con particolare forza, dopo il 1968. Un'ondata globalizzante sempre più complessa e dove si giocano contemporaneamente una grande quantità di partite e dove gli interessi in gioco si rimescolano costantemente. E si rimescolano talmente tanto che a partire dalla grande crisi esplosa tra il 2007 e il 2008 si è messa in atto una contro spinta (una specie di ritorno del pendolo) che i due autori non esitano a definire di de-globalizzazione: fenomeno quest'ultimo che ad esempio ha trovato nelle strategie del presidente americano Trump, nelle guerre commerciali tra USA e Cina e nel risultato della Brexit i suoi punti di maggiore evidenza.
Ma al di là delle grandi oscillazioni del pianeta tra integrazione interstatale e recupero di singole sovranità, ecco lo spostamento dell'asse manifatturiero del mondo verso l'Asia con l'effetto disoccupazione che si sparge tra USA ed Europa; ecco l'emergere della potenza cinese come protagonista assoluto della politica e dell'economia del pianeta (dopo secoli di silenzio e di ruoli assolutamente marginali). Ecco le grandi trasformazioni tecnologiche (con l'avvento dell'era dell'informazione e del computer); ecco i grandi mutamenti sociali (il rallentamento demografico, per fortuna, il crescere del protagonismo femminile nella società e nella stessa politica, il minor numero di famiglie tradizionali, i processi di secolarizzazione che investono le religiosi insieme al ritorno di fanatismi religiosi e di fenomeni terroristici).
E ancora i processi di finanziarizzazione dell'economia, la diminuzione della povertà su scala planetaria, l'andamento del complesso fenomeno delle diseguaglianze e molti altri fattori che il testo di storia contemporanea prova ad affrontare utilizzando le migliori fonti disponibili e la migliore saggistica prodotta su scala internazionale.
Ovviamente non è possibile riassumere in un paio di cartelle un libro che ce ne mette duecento di pagine per raccontarci gli ultimi 50 anni.
Quello che mi preme dire è che chi è davvero interessato a costruirsi un sguardo ampio, variegato e frastagliato del mondo e magari è disposto a mettere in crisi anche alcune delle proprie certezze, provi a leggere e a meditare questo libro.
E' scritto bene. Presenta i grafici giusti. Cita fonti e studi attendibili. Tratta quasi tutti gli argomenti rilevanti. Costituisce una riflessione davvero ponderata e con uno sguardo a 360 gradi sulla storia dell'ultimo mezzo secolo del mondo.
Contiene anche delle lucide riflessioni sull'Europa e sul suo progetto sociale e politico che sta per essere sottoposto alla valutazione dei suoi 400 milioni di elettori. Ma non è un testo immediatamente utilizzabile per farsi un'idea di come votare. Non è un volume di propaganda.
E non è un testo agiografico. Non si nasconde le criticità. Non ignora le incertezze Il titolo stesso le evidenzia. La realtà nazionale ed internazionale è segnata dal disordine. Ma in questo disordine ci sono anche sviluppo e mutamento costante. C'è il protagonismo degli stati, delle organizzazioni finanziarie, delle grandi imprese e accanto c'è anche una forte spinta all'individualismo di massa, portato a far prevalere le ragioni della libertà su quelle della giustizia.
Il volume è insomma una gran bella analisi che consente di provare a darsi una spiegazione razionale del caos e della confusione che stiamo vivendo e ad individuarne gli assi portanti. Per ragionarci sopra. Per farsi un'idea. Per poi decidere come muoversi.
Di più agli storici non si può chiedere.
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