lunedì 15 giugno 2020

La forza di amare / di Martin Luther King

In questa primavera di letture disparate e probabilmente senza un vero filo conduttore (cosa che non mi era mai successa negli ultimi anni), mi è capitato tra le mani un libro di omelie e sermoni di M.L. King, intitolato "La forza di amare", uscito in Italia nel 1967 ed è disponibile in quasi tutte le biblioteche della Rete Bibliolandia.
Confesso che di King non avevo mai letto niente, a parte un breve ma efficace volumetto stampato da Giuseppe Cecconi, per Giovane Africa Edizioni, intitolato "Chi è il mio prossimo?", che ho poi scoperto essere uno dei sermoni contenuti nel volume del 1967 citato sopra.
Ovviamente so più o meno chi è stato ML King, so qualcosa delle sue lotte contro il razzismo e la segregazione. Ho visto film su di lui, ma non mi ero mai avvicinato alla sua oratoria, nè ai suoi testi.

Ora per quanto io sia un non credente (o uno che ha perso la fede in Dio poco più che ragazzo), devo dire che nel testo di King, pieno zeppo di saggezza e buon senso, ho avvertito con forza il fascino della parola del Reverendo assassinato ad Atlanta nel 1968 e percepito il carisma che King ha sicuramente esercitato sulle masse popolari nere (e non solo nere) dell'America e del mondo.
Aggiungo però che per apprezzare le parole, le idee e gli obiettivi sociali e politici di King non c'è bisogno di essere credenti e l'idea che si possa amare il nostro prossimo come noi stessi non ha bisogno di un suggello o di una punizione divina.
Comportarci con gli altri, con tutti gli altri, da qualunque regione del mondo essi arrivino, esattamente come vorremmo che gli altri facessero con noi, è sì un precetto biblico, ma è un sentimento che ha una profonda radice nell'animo umano, in quell'insieme biochimico ed elettrico che definiamo suggestivamente con la parola anima e che anche se non esiste fisicamente di sicuro è conficcata nella nostra fantasia e tanto basta per renderla vera, possederla e ascoltarne la voce potente dentro di noi.
Molti libri invecchiano. E' il loro destino. Altri fanno come il buon vino: tengono il tempo o addirittura migliorano col passare degli anni. Questo di King appartiene ai testi che non hanno certo paura del tempo. Scritto da un uomo non ancora quarantenne, ma con importanti esperienze di vita e profonde riflessioni sulle spalle, ci regala suggerimenti sulla morale, sulla storia, sul comunismo, sulla paura, sulla non-violenza, sul conformismo, sul sogno americano, sulla guerra e su molto altro.
Ora non so come mi sarebbe apparso "La forza di amare di King" nel 1968 o nel 1969, dico se lo avessi letto allora. Se un professore del ginnasio me lo avesse consigliato magari alla fine del primo anno delle superiori. Non lo so. In quel periodo ero ancora un credente. Magari le parole di King mi avrebbero colpito e mantenuto ancorato alla spiritualità religiosa. La lettera di San Paolo ai cittadini americani (una bella trovata "letteraria" sul modello delle interviste impossibili di Umberto Eco) forse mi avrebbe affascinato, insieme all'idea che le persone forti debbono avere nel proprio carattere anche elementi contrastanti. Non posso dire se una lettura così avrebbe cambiato l'evoluzione delle mie credenze sociali e politiche. Tuttavia se fossi un insegnante di scuola superiore un testo così lo consiglierei ancora oggi. Magari ai più turbolenti e passionali dei miei studenti. Magari a quelli più aggressivi o a quelli portati ad un certo snobismo intellettuale. E lo farei perché le omelie e i sermoni di King non solo sono ancora tragicamente attuali, come dimostra la morte di George Floyd o di Idy Diene, ma perché sono un testo chiaro, semplice e ben costruito contro i sentimenti razzisti e segregazionisti che abitano come virus perversi nei nostri cervelli.
Ma il libro, che è ricco di contenuti, di esempi e di "parabole", vale la lettura perché le parole pronunciate e poi scritte da questo profeta disarmato, vissuto e assassinato in una società allora come oggi troppo violenta e troppo armata, non nascondono le fragilità, le incertezze, le contraddizioni e le paure del loro autore. E suggeriscono tanti pensieri e molte riflessioni, anche difficili da digerire come quando King sostiene che perfino la "generosità può alimentare il nostro ego e la pietà il nostro orgoglio. Senza amore - conclude King- la benevolenza diviene egoismo e il martirio orgoglio spirituale (p.259)".
Messaggio potente e difficile da digerire.
Per questo mi auguro che l'evoluzione dell'umanità faccia invecchiare rapidamente questo libro di King, anche se temo che questa speranza non si realizzerà tanto presto



1 commento:

  1. Io ho letto il libro appena pubblicato, ero giovane e impegnata socialmente e mi ricordo che mi ha guidato in alcune scelte. Lo rileggerò

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