sabato 18 aprile 2015

LA SOVRINTENDENZA COMUNICA CHE LE LAPIDI NON POTEVANO ESSERE RIMOSSE SENZA IL SUO PARERE CHE QUINDI ANDAVA RICHIESTO
A questo punto il dirigente del 3 settore servizi tecnici di SM deve chiarire in base a quali valutazioni ha ritenuto di scrivere, in data 8 aprile, che le due lapidi "non costituiscono beni culturali ai sensi dell'art. 50" del codice dei beni culturali. Deve mettere un post sulla bacheca del comune e spiegarlo a tutto. Ma anche il sindaco dovrebbe chiarire come ha potuto il 31 marzo informare la giunta che era opportuno "rimuovere le due lapidi" senza chiedersi se serviva l'autorizzazione della Sovrintendenza perchè i beni oggetto dell'intervento e l'edificio su cui avveniva l'intervento erano tutetali ai termini di legge. Mi chiedo: poteva non sapere il sindaco una cosa del genere? E il segretario comunale non l'ha letto l'atto e non ha pensato che forse ci voleva quel parere? E se non se ne accorto o se non l'ha detto non ha delle responsabilità? Ma chi lavora negli uffici amministrativi del comune non le sa queste cose? Lo stesso Assessore ai Lavori Pubblici, Manola Guazzini, che è una amministratrice di lungo corso e di vasta esperienza, possibile che non sapesse che lapidi e palazzo comunale sono beni tutelati dal Codice dei beni culturali? Possibile che una persona come lei, cresciuta culturalmente e politicamente avendo la professoressa Marinella Marianelli come riferimento culturale, simbolo e faro morale e politico, abbia potuto ignorare una cosa del genere? Certo, tutto è possibile, ma è una cosa difficile da credersi.
Ma che fretta avevano sindaco, assessore e dirigente per rimuovere una lapide che stava sulla facciata del palazzo da 70 anni? Quale fretta c'era per compiere questa azione che sembra voler colpire l'antifascismo sanminiatese e l'equilibrio di un monumento storico? Sono convinto che Augusto Conti, lo sconosciuto filosofo cattolico che col suo busto adesso troneggia solitario sulla facciata del comune, se la ride alla grande di tutto questo sviaggio di lapidi.
Un suggerimento però devo farlo. Ora che pare, si dice, si mormora, che il grande rottamator di lapidi abbia rottamato anche l'idea di metterci una terza lapide, sulla facciata del palazzo comunale mettiamoci almeno il busto di Giosuè Carducci. E mettiamocelo non solo perchè farebbe compagnia ad Augusto Conti che con una lettera di raccomandazione lo presentò al gonfaloniere di quel tempo perchè assumesse un giovane di belle speranze, ma per mitigare e riequilibrare il rapporto tra cattolici e laici (di sinistra) tradizionalmente presenti nel comune. Vedere il solitario cattolicissmo Augusto che se la ride della scomparsa di tutti i comunisti e i socialisti che il palazzo comunale hanno guidato negli ultimi 70 anni fa male al cuore. Ma, mi raccomando, prima di mettere di busto di Carducci va chiesta l'autorizzazione alla Sovrintendenza. Va fatto. Fidatevi.

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