lunedì 13 aprile 2015

LE DUE LAPIDI NON FORNISCONO VERSIONI CONTRADDITTORIE, SEMMAI SI INTEGRANO, 10 APRILE

Le due lapidi non forniscono versioni contraddittorie, ma si integrano. La prima, inaugurata da Ferruccio Parri nel 1954, attribuisce l'intera responsabilità della strage ai tedeschi. I fratelli Taviani hanno ripreso questa versione nel film premiato a Cannes "La Notte di San Lorenzo". La seconda lapide, scritta dall'ex presidente della Repubblica Scalfaro, ridimensiona la responsabilità dei tedeschi che si sarebbero limitati a rastrellare la popolazione, tirandola fuori dai rifugi, e a concentrarla in Duomo. Su questi cittadini sarebbero cadute bombe americane. Le lapidi sono due beni culturali e solo se rimarranno lì continueranno a raccontare la loro tragica storia e a far sì che gli uomini continuino a porsi domande sulla guerra e sulle responsabilità. Spostate in un museo,le lapidi verrebbero rottamate e dimenticate. Che è proprio quello che vorrebbe fare l'attuale sindaco. Ma il Palazzo comunale è già un museo cielo aperto e non costa niente di custodia

La mia impressione è che ci siano molte persone che a quelle due lapidi, pur con tutti i loro difetti, ci sono affezionate e ci tengono. Un'idea che ho in mente è quello di farlo sapere al sindaco. Pensavo di mandargli una semplice mail, più o meno quella che ho scritto in questa discussione, chiedendogli di soprassedere alla rimozione. Credo che se molti cittadini manifestassero un pensiero analogo, forse il sindaco e la giunta potrebbero riflettere ancora. Non ho idea se ci sia una delibera di indirizzo del consiglio comunale che chiarisca bene la volontà generale dei sanminiatesi su tutta questa vicenda. So che uno storico inglese, John Foot, allievo di Paul Ginsborg, ha dedicato un saggio di 50 pagine alla memoria divisa che ruota attorno alla strage del duomo di San Miniato e ai settanta anni successivi. So che dal film dei Taviani alle riflessioni di Hartmut Koehler, fino agli studi di Paoletti e Biscarini, emergono una complessità di vicende e di analisi che si sono costantemente intrecciate con la vita politica e culturale sanminiatese. E questa vicenda non può concludersi con una rimozione. Ma solo con un ulteriore livello di consapevolezza e di pubblicità della discussione. Non so se arriveremo mai ad avere una memoria condivisa della strage. Del resto nemmeno i francesi arriveranno mai ad avere una memoria condivisa della loro sanguinosa rivoluzione. Il problema è non spegnere la passione della discussione civile e della ricerca della verità. Rimuovere lapidi non va in questa direzione. Anche quando le lapidi non sono perfette.

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