SULLA LAPIDE E SUI SINDACI LUCIANO NACCI E PIER LUIGI TONELLI OGGI I CRONISTI DE LA NAZIONE MENTONO
Forse tra qualche giorno si capirà come mai i cronisti di San Miniato della Nazione continuino a dire bugie sulle lapidi, sulla strage e sulle amministrazioni comuniste, socialiste e poi DS che le due lapidi hanno voluto. Ma siccome ogni giornata ha la sua pena, stasera per ripristinare la verità devo contestare l’affermazione dei summenzionati cronisti, i quali a proposito dei sindaci Luciano Nacci e Pier Luigi Tonelli (il primo in carica nella prima metà degli anni ’80, il secondo nel quinquennio successivo) sostengono che rimasero in silenzio di fronte alla richiesta di verità che veniva dai banchi dell’opposizione. A parte che pensare che Nacci e Tonelli potessero essere zittiti in consiglio è una frase priva di senso e chiunque li abbia minimamente conosciuti potrà confermarlo. Ma la cosa più clamorosa (e stupisce che i cronisti della Nazione che di solito sono bene informati non lo sappiano) è che fu esattamente il primo, cioè Luciano Nacci, a decidere di allargare la ricerca sulla strage del duomo agli archivi americani, inglesi e tedeschi (come risulta dagli atti disponibili in archivio: basterà andare a consultare le delibere della giunta tra il 1983 e il 1986) e il secondo, cioè Tonelli, a finanziare la stampa del volume “San Miniato durante la seconda guerra mondiale (1939-1945)”, dove per la prima volta in assoluto, ben prima quindi di Paoletti, Lastraioli e Biscarini, venivano pubblicati i diari di guerra del battaglione americano che liberò San Miniato dai tedeschi.
Nel volume, che per i documenti in inglese presentava sia il testo originale che la traduzione a fronte, compaiono anche le notizie sul cannoneggiamento americano sulla città della mattina del 22 luglio 1944.
Questo suggerisce due riflessioni e una domanda: (1) le amministrazioni comuniste e socialiste di San Miniato non hanno avuto alcuna paura della verità, almeno non negli anni ’80 e non Nacci e Tonelli, (2) in occasione del 40esimo anniversario Nacci e Tonelli approfondirono le ricerche nella direzione giusta e pubblicarono tutto quello che fu trovato in quella campagna di ricerca. (3) perché i cronisti della Nazione fanno finta di non sapere queste cose se il volume citato sopra è disponibile in più copie presso la biblioteca comunale di San Miniato?
Nacci e Tonelli erano il primo comunista da sempre e il secondo di estrazione socialista poi approdato al PCI e alla fine maturò una certa perplessità sulla deriva politica italiana. Ma prima di tutto erano due persone per bene. Entrambi forti lettori, avevano una discreta ansia di capire come funzionasse il mondo e nel caso specifico volevano sapere come fossero andate esattamente le cose in Duomo. Trattarli come due comunisti trinariciuti, mangiapreti, ottusi e mangiabambini è un’offesa alla verità oltre che alla storia, che i cronisti locali della Nazione non possono permettersi. Ovviamente si possono contestare le scelte di Nacci e Tonelli, ma per farlo bisogna conoscerle e dire cose documentate, non inventarsi degli stereotipi e sparargli addosso, contando sull’ignoranza e la partigianeria dei lettori.
Nel volume, che per i documenti in inglese presentava sia il testo originale che la traduzione a fronte, compaiono anche le notizie sul cannoneggiamento americano sulla città della mattina del 22 luglio 1944.
Questo suggerisce due riflessioni e una domanda: (1) le amministrazioni comuniste e socialiste di San Miniato non hanno avuto alcuna paura della verità, almeno non negli anni ’80 e non Nacci e Tonelli, (2) in occasione del 40esimo anniversario Nacci e Tonelli approfondirono le ricerche nella direzione giusta e pubblicarono tutto quello che fu trovato in quella campagna di ricerca. (3) perché i cronisti della Nazione fanno finta di non sapere queste cose se il volume citato sopra è disponibile in più copie presso la biblioteca comunale di San Miniato?
Nacci e Tonelli erano il primo comunista da sempre e il secondo di estrazione socialista poi approdato al PCI e alla fine maturò una certa perplessità sulla deriva politica italiana. Ma prima di tutto erano due persone per bene. Entrambi forti lettori, avevano una discreta ansia di capire come funzionasse il mondo e nel caso specifico volevano sapere come fossero andate esattamente le cose in Duomo. Trattarli come due comunisti trinariciuti, mangiapreti, ottusi e mangiabambini è un’offesa alla verità oltre che alla storia, che i cronisti locali della Nazione non possono permettersi. Ovviamente si possono contestare le scelte di Nacci e Tonelli, ma per farlo bisogna conoscerle e dire cose documentate, non inventarsi degli stereotipi e sparargli addosso, contando sull’ignoranza e la partigianeria dei lettori.
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