venerdì 15 maggio 2015

GIUNTA E SINDACO DI SAN MINIATO FUGGONO DAL DIBATTITO SULLE LAPIDI DELLA STRAGE DEL DUOMO
Una fuga così paurosa come quella che si è registrata stasera a San Miniato da parte della giunta e del sindaco davanti ad oltre duecento persone non si era mai vista, anche se era immaginabile. Nel cuore della città, dentro l'auditorium del cencione, si è tenuto un pubblico dibattito sulla strage del '44 e sulle lapidi, c'erano tantissimi cittadini e il grande rottamator di lapidi e i suoi piccoli rottamatorini giuntaioli non hanno avuto nemmeno il coraggio di presentarsi e di sostenere le loro ragioni. Via, via, ma come fa un sindaco che smonta le lapidi alla chetichella a non trovare il coraggio per difendere il suo operato in pubblico, nel cuore della città che amministra, di fronte ad un pubblico composto per la grande parte da suoi elettori. Ma chi sono gli assessori di questo comune nessuno dei quali ha la faccia per venire in pubblico a dire si ho approvato anch'io l'idea di rottamare le lapidi. Non si è presentato nemmeno il presidente del consiglio comunale. O almeno io non l'ho visto. Roba da matti. Un comune di quasi trentamila abitanti, un dibattito costruito da un piccolo comitato culturale, su un tema oggetto di un'azione improvvisata dall'amministrazione comunale, una folla che lascia la poltrona della tv e fornisce un meraviglioso esempio di presenza ad un dibatttito civile, e non si vede uno straccio di amministratore. Ma come si fa a giustificare una rotta simile? Quale paura può fare un dibattito del genere ad un sindaco? E se gli fa paura un dibattito del genere, sul resto che credibilità ha? Che personaggi assurdi popolano questa incredibile storia. Ma il pluridecorato coraggioso non potrà mica pretendere di parlare solo ai bambini e ai ragazzi

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