UNA RISPOSTA A CHELLI, BISCARINI E LASTRAIOLI SEMPRE SULLA STRAGE DEL DUOMO DI SAN MINIATO
Rispondo a Beppe Chelli e a Claudio Biscarini. Io non lo so se rastrellare civili in tempo guerra sia un crimine di guerra, io dico che i tedeschi spingendo i civili sanminiatesi dai rifugi al duomo (secondo le testimonianze scritte dei frati di San Francesco e dello stesso vescovo di San Miniato, pubblicate nel libro di Cintelli) hanno facilitato la loro uccisione. Se Biscarini o Chelli mi prendessero a forza e mi mettessero in una situazione di pericolo e io ne risultassi ucciso per mano di altri, Chelli e Biscarini sarebbero complici in un omicidio, indipendentemente dal fatto che vogliano ammazzarmi o meno. O no? Io non condivido la tesi del prof. Pezzino, ritengo che la strage sia stata provocata da una bomba americana, ma che la partecipazione dei tedeschi alla strage fu "materiale" e non solo morale. Senza l'azione concreta dei tedeschi di rastrellamento, non ci sarebbe stata strage. Per questo dire come ha detto l'altra sera Lastraioli (e' nella videoregistrazione della seconda parte pubblicata su SMARTARC) che i tedeschi non c'entrano niente con la strage del duomo del '44 è sbagliato, anzi come direbbe, con parole fini, sempre l'avvocato Lastraioli, è stomachevole. Che i tedeschi c'entrassero fu infatti una percezione che ebbero tantissimi testimoni, incluso Beppe Chelli che ci ha raccontato venerdi sera come perfino in ambienti fascisti (a lui noti) si è ritenuta quella del Duomo una strage tedesca. Ora sappiamo che la bomba fu americana, ma questo non oscura il fatto che chi mise le vittime sotto la bomba furono i tedeschi. Chi si ostina ad illuminare solo la bomba americana e ad oscurare la partecipazione tedesca alla strage non solo ignora una parte dei responsabili, ma non capisce neppure perché la vulgata popolare della strage tedesca attecchì allora e facilmente in tutti gli ambienti e resista ancora oggi in tutti gli ambienti culturali e politici di San Miniato. Ma ovviamente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
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