domenica 9 luglio 2017

Cervelli in fuga ovvero una visione mammobabbona del mondo che non si applica ai piedi in fuga.

Da anni ormai i media italiani sparano titoli sui cervelli in fuga accreditando una visione mammobabbona del mondo ed una visione autarchica della società e dell'economia in un mondo invece sempre più interconnesso e globalizzato.
L'idea che ci sta dietro è che tutti i babbi e le mamme italiane non solo vogliono un figlio genio, ma il figlio genio deve trovare un lavoro di altissimo prestigio e di ancora maggior guadagno il più  vicino possibile alla dimora dei mammobabboni e al paesello natio. Ora se è del tutto evidente che il mammobabbonismo ha una incontrovertibile ragione esistenziale (a quale genitore anziano non piacerebbe invecchiare avendo il figlio o la figlia a portata di voce?), la sua esaltazione e il suo rilancio da parte della stampa induce l'opinione pubblica ad un atteggiamento non solo piagiucoloso ma anche irrealistico e quindi insensato.
Ma c'è di peggio. Perché in realtà la stampa il mammobabbismo piagnucoloso lo applica a gogo'. Non mi è infatti mai capitato di leggere a proposito di Ballotelli o di altri calciatori o allenatori finiti in squadre estere, di piedi in fuga o di cervelli come nel caso di Lippi e di Ranieri.
Ma allora perchè per il calcio la stampa accetta e coltiva l'idea che chi va a giocare in una squadra straniera, quindi in un mercato globalizato, è un ganzo e tutto sommato porta prestigio al Paese, infischiandosene di cosa pensino davvero il Paese, gli amici e i parenti del calciatore, è invece chi ottiene un ingaggio in una impresa o in una università internazionale viene trattato da cervello in fuga?
Perché un cervello in fuga non può essere visto come una persona di successo che in una visione sempre più globale del mondo può decidere ad un certo punto di tornare? Perché non leggere nel cervello in fuga la qualità  di una scuola che l'ha prodotto? Perché ignorare che anche le imprese e le università sono come le squadre di calcio e che di manager e ricercatori buoni ne servono solo un certo numero e la competizione è forte?
Già, perché?


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