lunedì 17 luglio 2017

Le memorie di Franco Luperini, Nuovastampa, 2017

Franco Luperini, all'età di 90 anni, ci ha regalato un altro libro, questa volta attingendo alle proprie memorie personali e ricostruendo, con tanto di alberi genealogici, anche le vicende della famiglie Palloni e Luperini, a partire dai suoi nonni materni e paterni.
Il volume, corredato da foto e da ritagli di giornale, è prezioso, soprattutto per i "pontaderesi", che vi troveranno di sicuro spunti inediti, approfondimenti e curiosità.
A cominciare dalle famiglie che inventarono e gestirono i bagni Oscar e Rosina lungo le sponde dell'Arno all'inizio del '900.
Ma tra le tante curiosità, in gran parte inedite (o almeno credo, perché confesso di non aver letto tutti gli oltre ventisei volumi che Luperini ha pubblicato dagli anni '80 ad oggi), anche una bella biografia del padre Osvaldo, tipografo dal Ristori, ma anche arbitro e cronista locale per la "Gazzetta dello Sport".
Al centro delle memorie si stagliano poi una serie di vicende che si intrecciano con la storia degli stabilimenti Piaggio, presso i quali lavorarono sia il padre Osvaldo (una volta lasciata la tipografia del Ristori) che lo stesso Franco Luperini, quest'ultimo dagli anni delle guerra fino alla pensione.
Particolarmente interessante è il periodo in cui la Piaggio si trasferì a Biella e la famiglia Luperini, Franco compreso, seguì le macchine e parte delle maestranze.
Poi il dopoguerra e il successo della Vespa, a cui Franco partecipò come responsabile del servizio di spedizioni presso lo stabilimento.
Come sempre Franco intreccia vicende pubbliche e fatti strettamente personali che gli consentono di disegnare squarci estremamente vivi e suggestivi della sua vicenda umana, ma anche di gettare una luce chiara e forte sui destini degli uomini e delle donne che incrociarono la sua vita.
Tra l'altro ci descrive un drammatico bombardamento del '44 e lo sfollamento della sua famiglia nelle campagne, con tutta la rete di solidarietà e di aiuto che questo terribile evento mise in moto.
Ovviamente non è possibile riassumere tutte le vicende che narra. E poi non sarebbe nemmeno giusto nei confronti dei lettori che spero siano numerosi. Il volume penso si trovi nelle nostre librerie e nelle edicole della città, ma di sicuro un paio di copie, per gentile omaggio dell'autore, sono state catalogate e sono a disposizione dei lettori presso la Biblioteca Gronchi di Pontedera.
Luperini scrive in maniera semplice e senza tanti fronzoli, ma con mestiere, ovvero badando all'essenziale. Costruisce la narrazione con abilità e senza lasciare niente al caso, riuscendo anche ad infilare elementi di riflessione e di morale negli episodi che narra.
Ma è soprattutto il suo punto di vista ad essere interessante per leggere e comprendere le vicende della nostra città, delle sue attività e dei suoi abitanti. Un punto di vista che almeno a me fornisce la sensazione di toccare con mano certe persone e di afferrare il ritmo delle cose e degli uomini che popolarono Pontedera tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento.
L'unico rammarico che ho provato nel chiudere il volume è che l'ho trovato troppo breve. Avrei desiderato che Luperini raccontasse molte di più cose che sicuramente conosce e di cui ha sentito parlare. Per questo spero che i tanti puntini di sospensione che separano a volte un capitolo delle sue memorie dall'altro corrispondano a pagine che Luperini ha già scritto e che prossimamente vedranno la luce.




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