Io come elettore del PD e come partecipante a tutte le primarie del PD degli ultimi 20 anni non ho visto e non sono stato invitato, neppure via mail, a nessuna assemblea del PD in cui il partito abbia fatto il bilancio dei 5 anni della Giunta Franconi.
Di più. Io non ho visto circolare e quindi non ho letto nessun documento del PD Pontederese in cui il PD abbia preso il suo programma elettorale, quello col quale sosteneva nel 2019 il candidato Franconi, e abbia valutato con precisione, punto per punto, quello che ha scritto di voler fare e cosa sia effettivamente riuscito a realizzare. Un documento del genere non c'è a Pontedera. Né su carta, né sul web.
E invece un bilancio politico così sarebbe necessario per decidere il voto che merita la giunta Franconi e per stabilire se abbia raggiunto o meno la sufficienza. Non facendo questo il PD ha abdicato al dovere politico di valutare il lavoro del suo sindaco. Del sindaco che ha chiesto ai cittadini di votare.
Da un mio esame parziale, che sto pubblicando a puntate sulla mia pagina facebook, la risposta è che alla sufficienza questo sindaco non ci arriva.
Mi sbaglio? Può darsi.
Ma allora che il PD tiri fuori le sue valutazioni partendo dai propri programmi. E poi vedremo. Poi i cittadini e gli elettori decideranno chi ha ragione.
Non solo, ma checché ne dica Papiani, non si e' tenuta nessuna assemblea aperta anche agli elettori del PD per decidere se rinnovare la corsa di Franconi alle prossime elezioni. Eppure quello di chiamare il proprio corpo elettorale alla decisione strategica se ricandidare o meno Franconi e' una delle poche regole fondamentali della democrazia politica di base, che le PRIMARIE avevano formalizzato proprio per evitare selezioni di candidati alla chetichella, prese da pochi personaggi CHE CONTANO, ma che nessuno ha designato in quel ruolo, nel segreto di poche stanze e poi fatte approvare agli iscritti in riunioni poco partecipate e convocate alla buona.
E questa investitura tra amici è esattamente ciò che è successo.
Niente valutazione dell’amministrazione, niente primarie, niente assemblee vere degli elettori. Niente dialogo pubblico con le liste di sostegno. Così Franconi sta per essere ricandidato.
Questa è una debolezza che dice molto del rapporto assolutamente squilibrato che oggi c'è tra il livello politico locale (il ruolo dei partiti) e il livello amministrativo (il ruolo del sindaco).
Sarà infatti direttamente il sindaco a valutare se stesso di fronte all’elettorato. E scommetto che si darà un buon voto e che si autoproclamera’ nuovo candidato sindaco per il centro sinistra pontederese. Ignoro se i partiti e le liste satelliti del centro sinistra abbiano avuto modo di dire pe’. Se abbiano chiesto le primarie. Ma, da cittadino curioso della vita politica locale, ne dubito.
Qui siamo di fronte al livello amministrativo (il sindaco) che si e' mangiato il livello politico (il partito, gli alleati e il corpo elettorale). Così quando una parte del corpo elettorale si trova a disagio col livello amministrativo (i malpancisti, i mugugnoni, gli umarel) non c'è più un soggetto politico (il partito), a cui fare sentire la propria voce di dissenso. Questo ha reso insignificante il dibattito pubblico. E se non ci fossero i social (che, per quanto un po' sguaiati, sono pur sempre uno strumento pubblico) la politica locale sarebbe un mortorio assoluto.
Io, come cittadino elettore e umarel, sento la mancanza di un partito che tenga regolarmente assemblee sui problemi della città e trovo sbagliato che tutto sia risucchiato dal livello amministrativo.
Dalla decisione assurda di ribattezzare la piazza centrale del corso alle decisioni strategiche di politica urbanistica, dai rapporti a go-go con l’Unione Valdera ai problemi spiccioli come la chiusura dei parcheggi della biblioteca e la chiusura della scuola Curtatone ( di cui il Comune non ha mai reso noto il documento tecnico che l’ha giustifica); dalle politiche sul verde urbano alle decisioni sulle feste continue (per le quali nel solo 2023 si sono spesi oltre 500.000 euro), nessuna di queste decisioni è stata discussa seriamente fuori dal palazzo Stefanelli, e niente o pochissimo è stato valutato dal partito e dai suoi elettori.
E questo vale per la strategia sulle partecipate, per le decisioni che riguardano la Fondazione cultura, il Palp, il Teatro Era, il Museo Piaggio, l’acquisto di una partecipata del comune come ECOFOR delle quote di maggioranza del Pontedera calcio e potrei continuare per pagine e pagine.
In sostanza il livello amministrativo ha espropriato di competenze e cannibalizzato la politica. Per questo dico che il sindaco si è mangiato il partito.
E la destra? A destra i partiti locali sono un simulacro. Sono quasi niente. E i dirigenti locali sono frutto di scelte politiche opache e per lo più esterne al loro corpo elettorale. E questa è stata una delle ragioni della loro debolezza storica negli ultimi 30 anni.
Ma a me interessa il centrosinistra. Quella parte politica che, invece, un tempo se non esprimeva la preminenza sul livello amministrativo, almeno esercitava un po’ di controllo o almeno una certa moral suasion nei confronti del sindaco e degli amministratori. O almeno si faceva sentire nelle PRIMARIE.
Oggi è tutto saltato e il sindaco addirittura si autoincorona da solo quale nuovo candidato.
Ma non è il Franconi (che personalmente trovo simpatico, anche se continuerò a rifiutare i suoi inviti a pranzo perché sono a dieta) che può decidere la propria rielezione.
Non è lui che alla scadenza del suo mandato dovrebbe gestire I DIALOGHI URBANI DI SABATO PROSSIMO.
Dovrebbe essere la politica e quindi il segretario del partito di maggioranza della coalizione di centro sinistra, insieme alle forze politiche alleate, a organizzare una verifica pubblica ed un processo di ascolto della cittadinanza sulle vicende amministrative. Ecco il vero mondo alla rovescia.
Il fatto che invece sia il sindaco, insieme ai suoi più stretti sostenitori e collaboratori, a dettare le regole del gioco, ci dice quanto la politica del centrosinistra e del PD Pontederese si sia annichilita e quanto il PD Pontederese sia diventato un partito padronale, e con un padrone improprio, il sindaco. E questo è contro le regole della democrazia locale e va contro la lunga tradizione prima della sinistra cittadina e poi del centro sinistra.
Ora, non posso impedire a chi vuol leggere in questa mia analisi una antipatia tra me e Franconi. Ma non è così. Io difendo i diritti calpestati del corpo elettorale di centrosinistra di poter valutare criticamente il proprio candidato. Mentre lui vuole essere rieletto senza essere valutato.
Così solo se si faranno le primarie di coalizione e finalmente si sceglierà una candidato donna si potrà riequilibrare il rapporto tra politica e amministrazione e restituire un po' di sovranità al corpo elettorale del centrosinistra.
Se non si farà, si renderà il centrosinistra sempre più simile al padronalismo del centrodestra. Ovvio che le Ideologie dei due blocchi sono diverse, ma le ideologie, sul piano locale, lasciano il tempo che trovano.
E allora turarsi il naso e votare a destra sarà l’unico modo per cercare di liberarsi del padronalismo di sinistra e per sperare di ripristinare un migliore livello di democrazia locale.
Utopia? Non lo escludo.
Ma vale la pena di provarci.
Votare a destra? MAI!
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