Ieri ho partecipato ad un’assemblea dell’ANPI di Pontedera, a cui sono iscritto da alcuni anni. Ho ascoltato con interesse diversi interventi per lo più centrati sul tema delle guerre in corso. E ho preso appunti. Poi, tornato a casa, ci ho riflettuto sopra e ho messo giù dei pensierini da vecchietto che qui condivido.
In Italia il “sentimento pacifista" secondo alcuni interventi di soci e dirigenti ANPI pontederesi sarebbe maggioritario. Puo’ essere. Ma in Parlamento il pacifismo non conta. Conta l’atlantismo e la fedeltà al Trattato del ‘49. A destra è poco atlantista Salvini, ma il suo partito è atlantista e Salvini, chiacchiere a parte, segue il partito. Il resto della coalizione di destra è atlantista. Sia pure all’Italiana. A sinistra sono poco atlantisti i verdi, la sinistra di Fratoianni e i 5 Stelle. Quanto al PD, anche se candiderà alle Europee il giornalista Tarquinio, e', come gran parte dei partiti socialdemocratici europei, blandamente e berlinguerianamente atlantista. La Schlein su questo punto si adegua, e la candidatura Tarquinio è un’astuta ambiguità che permette alla giovane leader di sostenere in certe stanze che è atlantista e in certe piazze che non lo è.
Ora puo' darsi che il Parlamento non rappresenti il sentimento profondo del Paese, ma se la Russia dovesse invadere (Dio e soprattutto Putin non voglia) la Finlandia o la Lettonia, nelle prossime settimane o mesi, sarà il Parlamento a decidere rapidamente cosa fare. E io credo che, in barba al dettato dell’art. 11 della Costituzione italiana, il Parlamento, a larga maggioranza, applicherebbe l'art. 5 del Trattato della Nato e manderebbe armi e uomini a difesa della Finlandia o della Lettonia, infilandosi cosi in una terza guerra mondiale stupidamente intera. Questo Stoltemberg si aspetterebbe da noi. E questo i nostri deputati, all’italiana, probabilmente farebbero. Questa è la paura che condivido con ANPI.
Per verificare se ho ragione o torto la prima domanda a cui vorrei che i partiti presenti in Parlamento rispondessero è cosa diavolo conterebbero di fare in caso di aggressione russa ad un paese europeo della NATO. Voterebbero l'applicazione dell'art. 5 del Trattato NATO o no?
E vorrei ricevere una risposta chiara. Non una chiacchiera. Cosi da poter a mia volta votare alle Europee con giudizio.
La seconda domanda è se non ritengono questi partiti che l’atlantismo sia un’alleanza da superare e se non sia giunto il tempo di fare uscire l’Italia dal Trattato NATO, come prevede l’art. 13 del medesimo Trattato.
E se non sia il caso di organizzare una campagna politica per uscire dalla NATO, a dire il vero, lo chiederei volentieri, oltre che ai partiti politici impegnati nelle elezioni, anche ai movimenti pacifisti e ai miei amici e compagni dell’ANPI.
Perché un'associazione che si ripromette di fare politica, e l’ANPI vuole farla, deve trasformare il pacifismo in azione concreta e in particolare deve a sua volta rispondere alla domanda se ritiene di dover stare dentro il patto atlantico o se intende far qualcosa per uscire dal Trattato. Perché rispetto alla NATO, o si sta dentro l’alleanza sotto la guida degli Usa (e subendo il peso degli interessi dell’industria delle armi) o pacificamente se ne esce. Tertium non datur.
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