A marzo Prodi ha dichiarato che se l’Europa avesse avuto un esercito e una difesa comune, la Russia non avrebbe invaso l’Ucraina.
Mattarella a metà aprile ha parlato di un “fronte orientale della NATO” dove anche i soldati italiani sono chiamati a garantire pace e sicurezza.
Ieri 27 aprile, un editorialista del Corriere della Sera, in prima pagina, ha scritto della “difesa della nostra prima trincea contro l'imperialismo russo”.
Sempre il 27 aprile su “Il Sole 24 ore” si leggeva una bella analisi sui profitti delle imprese delle armi (incluse quelle italiane) schizzati in alto grazie alla guerra in corso in Ucraina.
Ascolto sempre con attenzione le osservazioni di Prodi.
Ho stima del nostro presidente della Repubblica e leggo spesso il “Corriere della Sera”.
Seguo anche le analisi socio economiche del “Sole 24 ore".
Ma ritengo che l’Italia non debba avere NESSUN FRONTE ORIENTALE NATO E EUROPEO DA DIFENDERE e che l'EUROPA NON ABBIA BISOGNO DI ALCUN ESERCITO COMUNE.
L’Europa non deve gareggiare con le grandi potenze mondiali rincorrendo la logica delle armi, vantaggiosa per poche grandi imprese, ma costosa e disastrosa per i cittadini, come dimostra abbondantemente la storia mondiale degli ultimi trecento anni.
Gli stati europei non devono proprio diventare una grande potenza militare.
Devono certo garantirsi la pace, ma puntando sul disarmo. Sul maggior disarmo possibile. Per loro e per gli altri.
Servono gli stati europei denuclearizzati, senza armi atomiche e completamente NEUTRALI.
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