martedì 16 aprile 2024

MA GIOVANNI GRONCHI ERA PONTEDERESE?

Non sono molte le piccole città che possano vantarsi di aver dato i natali ad un presidente della Repubblica. Pontedera può farlo. Eppure, per diverse ragioni storico-politiche, il rapporto tra il Presidente e la sua città natale (e che ora ospita anche le sue spoglie, però nel cimitero privato della Misericordia e non in quello del Comune) non è mai stato facile.

Per un certo periodo in città non c’e’ stata nemmeno una via dedicata al Presidente e sfiderei volentieri anche oggi la maggior parte dei pontederesi a dire dove si trovi la piazza a lui intitolata e, ancora più difficile, a raccontare qualcosa di significativo su di lui. Francobollo rosa a parte!

Cosi non mi sono meravigliato che nel video che l’Amministrazione ha predisposto per presentare Pontedera a tutti i vespisti del mondo (video ora rilanciato dal maxischermo di piazza Cavour) tra le tante glorie cittadine ricordate manchi proprio quella più illustre, ovvero il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. 

Solo dimenticanza? Mah..

Aggiungo che neppure tra i murales che vanno allegramente ricoprendo molti palazzi di Pontedera ce n'è uno dedicato a Gronchi. 

Solo un caso? Tutto può essere.

Eppure se anche recentemente Pontedera è stata visitata da un capo dello Stato, mi riferisco a Mattarella nel 2018, è proprio per rendere omaggio alla figura politica e al pensiero di Gronchi. 

Che ci si possa ancora dividere su di lui? Forse.

Ma comunque stiano le cose, forse sarebbe l’ora che di questo straordinario personaggio Pontedera raccontasse la storia e lo facesse allestendo un’esposizione permanente di foto, documenti e video in uno spazio che chi viene in città potesse visitare, così da approfondire e apprezzare il pensiero dello statista italiano e le sue azioni. Uno spazio da far visitare almeno una volta a tutti i ragazzi che frequentano le nostre scuole superiori. Perché la vita di Gronchi, basta leggere l’agile biografia di Paolo Morelli, è stata davvero esemplare.

E Gronchi è un elemento importante (o almeno dovrebbe esserlo) della memoria collettiva di Pontedera; un valore per la città, che, però, durante l’epoca delle maggioranze amministrative a guida socialista e comunista (1946-1994) non solo è stato trascurato, ma è stato accompagnato da una narrazione al limite della denigrazione. 

Sul fronte opposto i cattolici e la DC pontederese hanno dedicato a Gronchi fin dagli anni ‘80 un Centro Studi, considerandolo però un po' “cosa loro”. Tanto che neppure il crollo delle contrapposizioni ideologiche e la nascita del PD (in cui una parte anche dei cattolici DC confluì, ma conservando una propria anima e coltivando i propri orticelli) sono riusciti ad integrare il Centro studi, per altro sempre attivo e vivace, con la città e con l’Amministrazione comunale. O almeno così mi pare.

Ma se Gronchi si è sentito figlio di questa piccola comunità, i pontederesi si impegnano abbastanza per essere suoi concittadini? 

Ok, ogni anno, in autunno, gli dedicano una cerimonia davanti alla cappella di famiglia presso il cimitero della Misericordia. Ok, periodicamente si organizza il Premio Gronchi. Nel 2014 gli è stata intitolata la nuova grande biblioteca civica sorta sul viale Piaggio, che contiene un suo busto realizzato dallo scultore Alessandro Caetani.

E tuttavia mi chiedo: gliela raccontiamo davvero bene la sua storia ai giovani d’oggi? 

E se non lo facciamo al meglio, come possiamo pretendere che chi ha meno di 50 anni possa avere anche solo una vaga idea di chi sia stato Giovanni Gronchi?

Per questo credo che un piccolo museo dedicato al Presidente della Repubblica, aperto al pubblico, potrebbe costituire lo strumento giusto per arricchire la comunità e per promuovere e coordinare iniziative e trasmettere la sua memoria. 

Forse varrebbe la pena di pensarci.

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