Dopo 10 anni di processi partecipativi, sostenuti anche da finanziamenti regionali, per fare di Villa CRASTAN un luogo a disposizione di numerose associazioni sociali e culturali pontederesi, ecco la svolta. Fuori tutti. E largo ad un paio di ENTI scelti dalla “politica” senza bandi, né gare. E gli altri? Si arrangino.
Assente nel programma del centrosinistra del 2019, presente ma “genericamente” in quello del 2024, Villa Crastan, gia’ sede della biblioteca civica e dell’ufficio sport, ha trovato da alcuni mesi un nuovo assetto.
In particolare l’edificio dell’ex biblioteca ragazzi è stato affidato dal Comune alla Fondazione Charlie, mentre la Villa vera e propria è stata data alla Fondazione per la cultura che non l’ha usata molto.
Ma alla fine sembra di capire che la Fondazione per la cultura sia stata solo un tramite per concedere in uso (in subaffitto? O in che forma?) la Villa all’istituto superiore e universitario di Modartech, speriamo almeno in cambio di un corrispettivo economico (come accaduto anche con l’auditorium di biblio Gronchi).
Adesso insomma Villa CRASTAN ha due enti utilizzatori permanenti:
uno è la Fondazione Charlie e l'altro è Modartech.
E comunque anche il Comune potrà utilizzare la Villa all’occorrenza. Ci mancherebbe! E' sua.
Ma la complessità della Villa induce a formulare alcune domande.
Ad esempio:
La cura del verde a chi spetta?
E il giardino, compresa la parte più vicina all'argine, sarà accessibile a tutti i pontederesi o diventerà una pertinenza privata degli enti “affidatari”?
E se il giardino resterà pubblico avrà un orario di apertura al pubblico definito per tutto l’anno o si procederà come viene viene, come è accaduto nell’ultimo anno?
E della sistemazione dei camminamenti sconnessi interni alla Villa e ora transennati, se ne occuperà qualcuno?
Negli ultimi 6 mesi la villa CRASTAN è stata aperta al pubblico col contagocce. Senza alcun cartello orario.
Ma nel futuro si arriverà alla completa agibilità e ad una maggior cura di questo parco tanto caro alla memoria dei pontederesi o siamo di fronte ad una privatizzazione alla chetichella anche del parco?
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