In una giornata di pioggia battente, tantissime persone si sono trovate ieri pomeriggio a Pontedera alla presentazione di un testo difficile ma interessante. Lo ha scritto Giovanni Forte, ex direttore dell’Unione Valdera, oggi pensionato, lavorando sulla sua esperienza e descrivendo tutti (o quasi) i meccanismi che possono consentire di far funzionare al meglio le istituzioni locali collettive.
Forte non ha prodotto però una memoria delle azioni passate, ma un breve manuale su come gestire le Unioni dei Comuni oggi, tenendo conto anche dell’evoluzione normativa e della crisi che avanza. È partito dalle motivazioni che dovrebbero spingere soprattutto gli enti locali più piccoli ad aggregarsi. Per affrontare poi i dettagli normativi e organizzativi. E arrivare agli obiettivi. Prendere di petto il nodo della gestione del personale e infine quello dell’efficacia dell’azione pubblica.
In questo modo Forte ha messo giù un libretto di istruzioni per l’uso delle UNIONI DEI COMUNI. 130 pagine fitte che chi fosse interessato a capire e gestire queste aggregazioni comunali dovrebbe assolutamente leggere e soprattutto studiare.
Non a caso l'editore del volume, che si intitola “Unire le forze per il futuro che vorremmo. Unioni di comuni e sviluppo sostenibile”, e' il Centro studi Enti Locali, che ha tra i suoi compiti proprio quello di formare e supportare tecnici e amministratori nella gestione quotidiana degli enti.
Ma se circa un centinaio di persone ha sfidato il maltempo ieri per venire ad ascoltare Giovanni Forte è anche per riconoscere il suo impegno e lo stile con cui ha saputo gestire per quindici anni una istituzione complicata come è stata ed è l’Unione Valdera, sperando che il suo lavoro continui a dare frutti.
La mia personale speranza è che il volume entri nel fantasmatico dibattito pubblico cittadino e che consenta, al di là del contenuto tecnico, una riflessione seria anche sul ruolo e sulle potenzialità dell’Unione Valdera.
Purtroppo, come hanno osservato anche alcuni intervenuti alla presentazione, lo sfarinamento della politica locale, l’assenza di luoghi pubblici di discussione, il raggrinzimento dei partiti sul piano locale, rendono questo dibattito difficilissimo. Anche perché tutte le scelte importanti sono di fatto confinate nelle mani di pochissimi addetti ai lavori: essenzialmente i sindaci in carica e i loro amici.
Ma al di là del pessimismo di molti intervenuti, il libro di Forte resta comunque un sasso che doveva essere lanciato nello stagno e credo che la comunità di amici, ex colleghi e compagni di lotta che ieri sera era presente al Piccolo Teatro digitale ne sia consapevole e gli sia grata.
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