Governare rende consapevoli e spesso perfino ragionevoli
Quando non si è folli o esageratamente fondamentalisti, gestire progetti e avere responsabilità di gestione rende consapevoli e in alcuni casi perfino ragionevoli. Talvolta la responsabilità trasforma i rivoluzionari in terribili realisti e perfino in conservatori. Ma questo processo è inevitabile e se avviene in un contesto democratico è addirittura positivo. Del resto chi amministra un condominio o anche una piccola società sportiva sa che non può fare tutto quello che vuole e impara presto una semplice lezione di fisica la quale dice che tutto quello che si muove deve fare i conti per forza con l'attrito e solo gli sciocchi possono pensare che l'attrito valga solo per gli altri e non per loro. Questo naturalmente non vuol dire che il mondo sia immobile, ma che i cambiamenti radicali, rivoluzionari, e via esagerando, non sono facili da ottenere e caratterizzano più le chiacchiere di chi non ha responsabilità di gestione o sta all'opposizione che le parole e soprattutto la prassi di chi amministra. Chi non deve amministrare può promettere mari e monti, può criticare tutto e tutti, può sostenere che se governasse lui le cose andrebbero alla grande, tanto non avrà modo di essere smentito e chi vorrà credergli, potrà farlo in buona fede. Invece chi amministra non può spararle troppo grosse, perché è facile che le promesse gli si ritorcano contro. Per questo mi auguro che alle prossime elezioni amministrative vincano un po' tutte le forze politiche e che tutte abbiano in città grandi e piccole responsabilità di governo. A quel punto sarà chiaro cosa ciascuno potrà fare davvero e nessuno si potrà più nascondere dietro la frase: se fossi io al governo ve ne farei vedere della belle. Insomma se i romani e i torinesi votassero per la Raggi o per l'Attendino farebbero il bene della democrazia. Non so se il bene di Roma o di Torino, ma della democrazia italiana di sicuro.
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