domenica 12 giugno 2016

L'Europa è un grande continente molto plurale, con tante anime e che crede in diverse divinità. Un miracolo, insomma.

Sono più di cento anni che si pubblicano libri, articoli e vignette sul fatto che l'Europa sia stanca e vecchia. Sembra quasi che l'Europa da cento anni non faccia altro che tramontare. In questi ultimi tempi ci si è messo perfino Papa Francesco a sostenere una visione del genere. Ma, vivaddio, il fatto che questo tramonto duri da oltre cento anni mi pare una gran bella notizia che invalida da sola la fantasiosa ma fasulla idea del tramonto. Così come mi pare una bella notizia, naturalmente ignorata dai media che traggono vantaggio (si leggano: vendite e lettori) soprattutto dal raccontare il peggio e mai il meglio, che da almeno da 70 anni i popoli che più si erano combattuti tra loro nei cinque secoli precedenti abbiano abbastanza cooperato e comunque si siano inventati case comuni dove negoziare e trattare interessi molto divergenti. Gli europei hanno perfino partorito una fragile ma circolante moneta comune che, con tutti i suoi limiti, ha sostituito molte monete nazionali.
E non è un caso che i neonazionalisti reazionari d'Europa se la prendano tanto con questa nuova moneta. Sono infatti ovvie le ragioni che portano statisti di prima grandezza come la Le Pen e il nostro Salvini ad odiare con tutto il loro cuoricino l'euro. E non solo perché già nel nome l'Euro è uno schiaffo al nazionalismo. La odiano soprattutto perchè costituisce la mazzata più forte contro la difusione del patriottismo. La odiano perchè è uno strumento che obbliga gli stati e i governi europei al dialogo e alla cooperazione per risolvere i conflitti e i diversi interessi che pure continuano ad esistere.  La odiano perchè la moneta unica è l'esatto contrario dell'egoismo nazionalista e perché rende obsoleta e assurda la via delle cannonate o l'opzione di tirarsi bombe atomiche sulla testa. Cosa che invece poteva e forse perfino potrebbe ancora accadere.
E' vero, non sono state e non sono tutte rose e fiori in Europa negli ultimi 70 anni. Ci sono stati alcuni conflitti, qualche incidente, qualche piccola guerra e alcune decine di migliaia di morti. Ma chiunque abbia un pò di senso storico, sa che si tratta di vicende drammatiche e dolorose e tuttavia, col dovuto rispetto verso le vittime, tutto sommato marginali nell'ormai lunga biografia europea.Quello che in tanti fingono di non capire è che l'Europa non è un soggetto unitario, che qualcuno possa guidare con piglio padronale. L'Europa non è costituita da un solo popolo, ma da molti.  È fatta da una miriade di culture. Ha tante anime. Una molteplicità di interessi ed è costruita attorno a migliaia e migliaia di piccole e grandi città e di campanili, chiese e palazzi municipali, dove si celebrano riti e fedi diverse e dove molti credono più al dio denaro che a tutte le altre divinità messe insieme. Insomma gli europei sono una popolazione molto variegata. Un arcobaleno colorato.
Ma con buona pace dei suoi detrattori non solo l'Europa non è vecchia e afflosciata, bensì è giovane, plurale e dinamica, tanto che continua a far lavorare come matti una parte dei suoi sessantenni mentre agli over 70 propone università della terza età, volontariato, palestre e aiutini a suon di pasticche blu per continuare a divertirsi a letto.
Da alcuni anni questa giovane Europa, che di certo sarebbe piaciuta a Mazzini, si sta anche faticosamente attrezzando ad accogliere la più grande ondata migratoria che si sia vista dai tempi dalla caduta dell'impero romano.
Ovviamente l'Europa è un corpo caotico, con grandi differenze e che quindi si muove in maniera un tantino scoordinata e perfino contraddittoria e con qualche conflitto. Ma solo una visione infantile e giornalistica della storia e della contemporaneità può pensare non solo che le dinamiche di un continente siano assolutamente coerenti e conseguenti, ma che si possa fare straordinariamente meglio di quanto si fa e che lo si possa fare con la velocità con cui si scatta un selfie. Se anche grandi Stati come gli USA o imperi millenari come la Cina si muovono con scarsa coerenza, figuriamoci come possa muoversi qualcosa che non è né uno stato, né un impero, dove non esiste una lingua comune, dove si pregano una miriade di divinità e dove, per fortuna, ci sono perfino brave persone che trovano il coraggio e la forza di non pregare.
Da questo punto di vista l'Europa, con tutti i suoi limiti, è un miracolo. E sono convinto che prima o poi se ne accorgerà anche la Chiesa che la proclamerà Beata.

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