martedì 6 giugno 2017

La dignità della differenza. Come evitare lo scontro delle civiltà / Jonathan Sachs (Garzanti, 2004, 249p)

Il testo del rabbino di Londra, Jonathan Sachs, merita una lettura attenta. E' una riflessione sul mondo, scritto dopo l'attentato alle torri gemelle, e prende di petto il tema dello scontro delle civiltà ovvero il conflitto tra le diversità culturali, religiose, morali che caratterizzano la contemporaneità.
Il tutto analizzato dal punto di vista di un ebreo ortodosso, con radici profonde nel cosmopolitismo londinese che anche i recenti attentati di queste settimane hanno scosso, certo, ma non reso incerto di sè e delle proprie prospettive.
Il volume è ampio, analitico, descrittivo e affronta molte questioni a partire dalle criticità generate dal fenomeno della globalizzazione. Ovviamente il mercantilismo che ha sempre di più caratterizzato e condizionato gli ultimi secoli della storia umana sul pianeta ha avuto ed ha effetti destabilizzanti su molte istituzioni tradizionali. Famiglie, stati, nazioni, ma anche costumi, tradizioni e morale sono scossi dalle gigantesche trasformazioni indotte dal "mercato" (p. 43). Eppure, annota Sachs, quasi fosse un paradosso, il mercato ha anche effetti benefici. Perchè annota Sachs è attraverso lo scambio sul mercato che le "differenze" entrano in contatto e queste differenze si trasformano da minacce in "benedizioni" (p. 32). Il commercio di solito porta pace (p. 114) e non guerra.
Quello che però è certo è che se il mercato e la globalizzazione cambiano la faccia del pianeta, certo non risolvono tutti i problemi dell'uomo contemporaneo e non garantiscono la soluzione pacifica di tutti i conflitti (p.42). Anzi ne creano anche a causa del fatto che la ricchezza non si distribuisce sul pianeta  nè all'interno delle nazioni in maniera equa (pp. 213-2014). Tutt'altro.
Da qui il risorgere costante delle religioni e del bisogno che hanno gli uomini di trovare risposte a livello spirituale e psicologico (p. 214). Gli uomini non sono solo consumatori. Hanno bisogno di dare un senso alla loro esistenza. Di rispondere alle domande sul bene e sul male. Di attivare un comportamento morale. Debbono capire e condividere valori comuni. Sentire cos'è il bene comune.
Ma definire il bene comune in una società sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa è difficile.
Allora, scrive Sachs, è proprio l'ascolto degli altri, l'accettazione delle differenza, il riconoscere che nelle differenze degli altri c'è dignità, che si può costruire una via di uscita allo scontro delle civiltà.
La saggezza, insiste Sachs, è imparare da tutti gli altri, imparare da chi è differente da te, perchè nessuno di noi conosce la verità e tutti ne conosciamo solo una parte (p. 77).
La verità insomma è molteplicità, alterità e differenza (pp. 77-78).
Un messaggio assolutamente condivisibile e fondativo della contemporaneità. Un messaggio, però, che richiede maturità; che implica piena libertà di giudizio, controllo sui propri pregiudizi e una notevole forza nel reggere l'accettazione delle differenze e nel vedere nelle differenze un valore aggiunto.




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