Un uomo che ha vissuto. Storie di tutti i miei giorni / Riccardo Fogli (con Tommaso Labranca e Luca Rossi), Sperling & Kupfer, 2017, 181p.
Pontedese (di Gello di Lavaiano), piaggista, toscano, noto musicista e cantante, uno de "I Pooh", Riccardo Fogli è stato (ed è) molte cose.
Per i pontederesi (e anche per i piombinesi, come per quelli di Campiglia Marittima) è uno di loro. Uno di noi. Un uomo che è andato lontano, che si è inventato, con forza e coraggio, una strada assolutamente non scritta, estremamente originale e l'ha percorsa (e ancora la percorre).
Naturalmente fa piacere leggere le annotazioni sulla famiglia Fogli e su quella della madre. E' bello scoprire le lezioni di musica prese dal mitico maestro Santarnecchi di Montecalvoli (prima o poi qualcun dovrà dedicargli una piccola biografia). Fogli ci andava da casa sua in bicicletta (12 chilometri tra andata e ritorno, con la chitarra a tracolla). E poi il lavoro come fattorino alla Piaggio (sì, proprio alla Piaggio e questa esperienza gli resterà dentro per tutta la vita). E ancora la passione per il ping pong prima in parrocchia (già, Fogli ha fatto anche il chierichetto) e poi con la squadra "Sportiva Pontedera". E infine il licenziamento dalla Piaggio e tutta la famiglia che si trasferisce a Piombino, dove il padre apre un negozio di gommista.
Ma il demone che guida e orienta la vita del giovane e "capellone" Riccardo Fogli è la musica e il desiderio di avere successo e di esibirsi in pubblico. E allora ecco l'ingresso di Fogli nella band degli Slenders a Piombino, come bassista e voce, e poi il salto a Milano e l'incontro coi Pooh e poi quello con Patty Pravo e poi la rottura coi Pooh e le canzoni che scrive e che canta e tutto il resto della sua vita (mogli, separazioni, figli, relazioni) e della sua carriera, che non è affatto il caso di riassumere, ma che, ve lo giuro, vale la pena di leggere, succhiellando le pagine come una bibita deliziosa.
Tra le tante cose che si potrebbero dire del libro, mi piace sottolinearne una. Molto pontederese. Nella storia di Riccardo Fogli, una storia tipica del nostro dopoguerra, c'è la voglia di costruire il proprio destino, usando la testa e le mani, cercando di assecondare le proprie passioni e la propria voglia di emergere. Mettendo in gioco tutto se stessi. Limiti inclusi. Rischiando, costruendosi, facendosi e risfacendosi. Incontrando altri, cercando collaborazioni, ma sempre perseguendo una propria strategia di vita. Credendo in se stessi, ma seguendo anche le vie del mercato e le opportunità che si presentano lungo la strada.
In fondo quella del musicista Fogli è la storia di una impresa musicale (centrata su di lui e sulle sue capacità canore) che riesce ad attraversare e a durare per 60 anni sul turbolento e cangiante mercato musicale e discografico nazionale ed internazionale. E, come molte piccole imprese italiane di tutti i settori, sarà proprio il mercato internazionale (e quello dei paesi dell'Est in particolare, nel caso di Fogli) a dargli una mano a superare i periodi di crisi (negli intervalli tra u successo e l'altro) del mercato interno.
Davvero una storia bella e interessante.
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