Alcuni bibliotecari sono persone davvero superfurbe.
La Rete Bibliolandia è un soggetto collettivo molto ampio. Associa 26 biblioteche comunali articolare su una trentina di sedi, sparse per la provincia di Pisa. Una quindicina di biblioteche scolastiche. Una decina di altre biblioteche private o sanitarie. Oltre 500.000 volumi disponibili. Circa 150 operatori bibliotecari (tra quelli di ruolo, di cooperative, volontari, servizio civile, ecc.). E tutti i giorni se ne scopre una. Ad es. si scopre che ci sono bibliotecari che non rispettano le regole del gioco e forzano l'uso dell'opzione "novità locali" applicandola anche per libri che trattano di globalizzazione. Classificando un libro su questo argomento come "novità locale" il libro possono cuccarlo e leggerlo solo i propri concittadini, quelli che gironzolano attorno alla loro biblioteca, che sono utenti più cari e con più diritti di quelli del comune vicino o anche lontano ma che sta sempre in Rete. E magari si scopre pure che quegli stessi concittadini di quel comune si cuccano e leggono anche la stessa copia del libro che un'altra biblioteca di un altro comune che rispetta le regole del gioco ha messo disponibile al prestito. In sintesi ci sono tre cittadini di un comune che leggono le 3 copie di un libro e le leggono proprio loro, una perchè il bibliotecario del loro comune gliel'ha riservata sottraendola arbitrariamente ai residenti degli altri comuni e le altre due copie perchè i bibliotecari hanno fatto il loro dovere e i primi a prenotarla sono stati concittadini del bibliotecario furbastro. Ma c'è di più e di peggio, perchè frugando nei big data della Rete Bibliolandia si scopre che ci sono bibliotecari che non indicano che il libro (sempre quello sulla globalizzazione di cui sopra) deve essere visibile a catalogo. Così questi bibliotecari superurbacchioni comprano la novità, la catalogano, ma per evitare di prestarla fuori della mura del loro comune e per evitare di essere biasimati per uso improprio della classificazione come "Novità locale", la trasformano in un libro fantasma, la cui esistenza, se non se ne dimenticano, è nota solo a loro. In questo modo ottengo lo stesso risultato di prestare la novità ad uso e consumo dei loro utenti locali, nascondendo la copia a tutte le altre biblioteche e a tutti gli utenti della Rete. E che si tratti proprio di superfurbacchioni è dimostrato dal fatto che ogni catalogazione di libro prevede una pubblicazione automatica nel catalogo e per togliere visibilità al volume catalogato (e quindi nasconderlo e non renderlo prenotabile) è necessario rientrare due volte nella catalogazione e togliere consapevolmente la visibilità. Insomma, come ha commentato un nostro giovane collaboratore, alcuni dei nostri bibliotecari sono molto furbi ed ingegnosi. E coltivano i loro comunardi. Mentre sono meno propensi a socializzare e a pensarsi come parte di una Rete più ampia. O meglio dalla Rete vorrebbero prendere solo i vantaggi e scaricare sugli altri gli svantaggi. E poi dice che il municipalismo medievale è finito e che se il Paese va male è tutta colpa dei politici!
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