Manola Guazzini ha lasciato il PD di San Miniato senza definire una chiara scelta di campo. Perchè?
L'uscita di Manola, smentita da lei fino a pochi giorni fa, era invece data dai bookmaker per altamente probabile dopo la sua defenestrazione dalla Giunta Gabbanini e dopo che la sinistra dem, che via Baldacci e Lupi l'aveva fatta entrare in Giunta, era uscita dal PD sanminiatese, senza sbattere troppo la porta, ma con coerenza rispetto alle scelte nazionali del gruppo che fa capo all'ex segretario Bersani e a Enrico Rossi.
La cosa meno scontata era che Manola, che ha meditato a lungo sulla scelta, decidesse di non aderire a MDP e di lasciarsi invece le mani libere per vagliare diverse ipotesi (lista civica, appoggio ad una formazione amica, o altro ancora).
Per chi conosce Manola questa è forse la decisione più inaspettata e per questo ancora più significativa, soprattutto per quello che la "mossa" ci dice rispetto alla militanza "politica" in generale e alle sue declinazioni a livello locale.
Già, ma cosa ci dice?
Che Manola Guazzini non ritiene particolarmente forte e abbastanza "chiara" la costruzione politica che si va aggregando attorno a MDP (almeno nel comprensorio del Cuoio o almeno nel sanminiatese). Anche se tutta la sua storia politica avrebbe dovuto portarla verso questo approdo. E invece no.
Che, forse, la politica locale dovrà essere ricostruita (e governata) attraverso la costituzione di una nuova forza politica che magari nascerà dopo l'esito di una lunga tornata di elezioni significative (prima quelle regionali di Sicilia, poi le elezioni politiche nazionali ed infine, su scala locale e molto importante, il voto amministrativo per la città di Pisa).
Che le dinamiche amministrative locali potranno prendere forma solo dopo che il polverone e gli scossoni, gli accorpamenti e gli scontri che le summenzionate tornate elettorali, simili a terremoti, provocheranno, si saranno alla fine ricomposti e sedimentati. Come? Impossibile prevederlo. Per questo, almeno da quello che presumo di capire, un politico di razza come Manola prende tempo.
E ancora. La "mossa" di Manola ci conferma che non esistono più contesti politico-culturali che possano vincolare le strategie delle élite politiche (di cui lei indubbiamente fa parte) e che quindi ogni attore può muoversi con maggiore libertà. Fin troppa? Vedremo.
Quel che è certo è che il legame con "il partito", per quanto sbandierato e usato con molta nostalgia e spesso con tanta enfasi, ha un valore prevalentemente tattico, ma non designa più una vera appartenenza, come gli studi di Mario Caciagli su quest'area della provincia rossa hanno ben dimostrato.
Da tutto questo sembra voler nascere un legame diretto tra l'elite politica e la "gente", "il popolo", dove entità come gente e popolo non sono però più riconducibili a una militanza politica chiara, ma piuttosto a luoghi geografici, a piccole comunità, ad associazioni benemerite, sportive e ricreative, a frequentazioni prevalentemente emotive.
Ho la sensazione che tutto questo farà crescere, come sottoprodotto, una discreta entropia politica che finirà per rendere sempre più complicato capire qualcosa della lotta civile e politica sia a livello nazionale che locale. Finirà per dilatare lo spazio delle singole personalità e poi per generare, inevitabilmente, il bisogno di semplificatori mediatici, ma in un crogiolo di forze, movimenti, partiti via via sempre più confuso e complicato da decifrare, almeno per i non addetti ai lavori.
Quello che mi pare di cogliere dietro tutto questo sbriciolarsi e riaggregarsi di forze e attori della politica è l'impossibilità di delineare linee culturali e sociali del conflitto che abbiano stabilità e ancoraggi sicuri e continui. Ma in effetti capisco bene che la pretesa che la politica resti ancorata a valori e sentimenti chiari e quindi produca mosse e scelte conseguenti è via via sempre più difficile. Ad una società liquida (per dirla con Bauman) e democratica, non può che corrispondere una politica liquida. L'Europa e l'Italia non sono la granitica e monopartitica comunista Cina.
Impossibile dire dove tutto questo ci porterà. Anche se è certo che da qualche parte ci porterà. Auguri Manola.
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