mercoledì 24 febbraio 2021

Anche "Il Grandevetro" resiste e continua a lottare insieme a noi

Tra le riviste che mi capita di sfogliare in biblioteca e che, ripeto, si trova in quasi tutte le biblioteche della Rete Bibliolandia c'è "Il Grandevetro". Difficile sintetizzare in poche parole cosa sia stata e cos'è oggi questa pubblicazione, nata nel 1977, a Santa Croce, per merito di due intellettuali, almeno per me, leggendari come Sergio Pannocchia e Romano Masoni (quest'ultimo è ancora un artista pugnace e uno dei protagonisti della rivista). Io l'ho frequentata assiduamente negli anni '80 e poi ho continuato a leggerla più o meno regolarmente fino ad oggi. E' una rivista culturale che viaggia tra arti figurative, società e politica con un taglio spiccatamente di sinistra, ma d'una sinistra non schierata, non nostalgica, non ideologica, direi sempre combattente e soprattutto riflettente. Il nome del resto non può essere tradito. L'ultimo numero che ho letto e di cui allego la copertina contiene una serie di riflessioni sulla scuola, la pandemia, la Dad, ma anche sui limiti della scuola preCovid e sul futuro delle giovani generazioni: tutte cose che meritano di essere annotate. Naturalmente come tutte le riviste "riflettenti" richiede un certo impegno anche da parte del lettore. Normale, no?

Per chi volesse saperne di più c'è il sito web: http://www.ilgrandevetro.it, dove sono disponibili anche alcuni numeri arretrati in pdf

Una bella scheda biografica delle rivista, con i riferimenti ai collaboratori del passato e del presente, si trova anche su Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Grandevetro





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