La NATO, con Rutte, chiede anche all’Italia di contribuire con ulteriori 40 miliardi all’anno alle spese dell’Alleanza, raggiungendo il nuovo livello di contributi in 5 anni.
L'obiettivo ufficiale della NATO è riarmarsi in previsione di una guerra per contenere l’espansionismo territoriale della Russia in Europa.
Sembra di essere finiti in un vortice di follia in cui nessuno ragiona più a mente fredda. Un bel guaio. Da cui speriamo di tirarci fuori, fingendo di non contare proprio niente.
Il governo Meloni intanto tratta sul nuovo pizzo chiesto dalla NATO e spera di poter raggiungere il nuovo livello di spesa in 10 anni (tanto di chi sarà dopodomani a Palazzo Chigi non v’è certezza). Queste sono le controproposte anche di Tajani, ministro degli esteri, ufficializzate nei giorni scorsi. Mentre Giorgetti (ministro delle Finanze e leghista, la terza gamba del governo) tace.
Non ho capito bene invece cosa sostengano i vari partiti del centrosinistra rispetto alle richieste della NATO; ed in particolare cosa pensi di fare il PD, in quale negli ultimi mesi ha detto che vorrebbe riarmarsi ma solo costruendo una difesa europea (e quindi spostando il debito in armamenti dall’Italia all’Europa, come se il debito europeo fosse roba dei soli europei ma non degli italiani e come se il riarmo europeo non fosse un riarmo).
Quelli del PD sembrano pensare che se si riarma l’Europa in Italia non si saprà e soprattutto non ci costerà nulla. Tanto sarà debito europeo. Un'idea da finanza allegra, insomma.
Ora è vero che oggi il campo largo non governa, ma al governo ci potrebbe andare. Prima o poi. Magari entro i prossimi dieci anni.
Perciò potrebbe essere una buona occasione per il Campo largo quella di dire un bel NO alle ulteriori spese militari sollecitate dalla NATO sia su scala nazionale che europea. E ribadire che tutto il campo largo vuole investire in salute e non in armi. E non solo in Italia, ma anche in Europa.
Lo faranno?
Non credo. Temo che faranno solo dei bei discorsi pacifisti, polemizzeranno sulla postura subalterna a Trump di Giorgia, ma alla fine, sul punto decisivo (ovvero sul dare più soldi alla NATO), si imparpaglieranno e procederanno in ordine sparso, avendo però tutti ben chiaro che per tornare a palazzo Chigi il rospo lo dovranno ingoiare e il nuovo pizzo lo dovranno pagare anche loro. In 10 anni, ovviamente. Ovvero esattamente come sostiene Giorgia.
E' noto infatti che il trattato della NATO è un vincolo formidabile per il nostro Paese e per chiunque lo governi. Di più: è una fonte di diritto superiore alla nostra bellissima Costituzione. Infatti l’art. 5 del Patto Atlantico batte e sopravanza di gran lunga l’art. 11 della nostra Costituzione.
Con buona pace dei famosi padri costituenti e dei loro nipotini.
Per questo non sarebbe male se le sezioni locali dei partiti di centro sinistra (nella misura in cui esistono e non solo per spartirsi il potere a livello locale) facessero sentire la loro voce in materia.
Contano ancora qualcosa? Se tacciono, no.
E magari anche i consigli comunali potrebbero varare ordini del giorno contrari all’aumento delle spese militari in Italia e in Europa. Almeno dove il campo largo è maggioritario.
Non si può infatti dichiararsi pacifisti e poi accettare aumenti delle spese militari di queste proporzioni senza nemmeno provare a protestare.
Il recente decreto sicurezza non impedisce queste pacifiche proteste.
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