martedì 10 giugno 2025

REFERENDUM. UN RISULTATO BRUTTINO E PREVISTO.

Che sarebbe finita così, senza raggiungere il quorum, lo sapevamo quasi tutti. Politici di professione e semplici cittadini. Per questo la campagna elettorale è stata molto pacata e risparmiosa. Quasi soporifera. Anzi il centro destra, a parte qualche battuta, non l’ha proprio fatta. Scaricando furbescamente sul centro sinistra tutto il lavoro. Del tipo: l’hai voluta la bicicletta referendaria, o pedala.

E il centrosinistra ha pedalato in salita, in parte facendo autocritica sulle sue scelte di dieci anni fa sul lavoro e in parte provando a portare gente a votare per dimostrare di essere ancora vivo.

Risultato? Il centro sinistra c'è, ma non è certo maggioritario.

Un po' quello che, con molta meno spesa, dicono tutti i sondaggi settimanali delle più diverse agenzie.

Il referendum ci suggerisce però altre due cose importanti sull’Italia.

Primo: il tema del lavoro, così come è impostato dal campo largo, non emoziona nè interessa o trascina particolarmente l’elettorato. E una retorica stile ‘900 non aiuterà a rilanciarlo. Inoltre giocarsi un referendum sul lavoro senza il sostegno di un grande sindacato come la CISL, non è stata una buona idea.

E' evidente che il LAVORO oggi va declinato in modo diverso da 50 o 60 anni fa. Ma qui mi fermo.

Secondo: il 35% dei NO al referendum sulla cittadinanza è una vera sberla che ci siamo tirati da soli. La dimensione dei no sembra omogenea su scala nazionale e coinvolge anche le ultime due regioni rosse (Toscana ed Emilia). 

E ci dice che nel paese c’è una forte perplessità sulla facilitazione della cittadinanza agli stranieri e che anche nel centro sinistra un elettore su tre non ne vuole sentire parlare. 

Insomma se non siamo un paese razzistello, certo il tema dell’accoglienza e della facilitazione dei percorsi di inclusione non è maggioritario nel paese e non è molto amato neppure tra gli elettori del campo largo. Del resto siamo un paese di anziani e gli anziani sono per lo più conservatori, anche quando sono di centrosinistra.

Anche questo per altro lo si sapeva. Alcuni sondaggi e molte discussioni private ci raccontano il sentimento del paese profondo. Ora il referendum ce l’ha certificato.

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