giovedì 16 ottobre 2025

LA “PRIVATIZZAZIONE” DI VILLA CRASTAN

Anche nei mesi di luglio, agosto, settembre e ottobre Villa CRASTAN è stata aperta alla cittadinanza pochissime volte e per poche ore. Il parco e il giardino quasi mai. Il grande monumentale e un po' arrugginito cancello su via della Stazione Vecchia è rimasto sempre chiuso.

Di fatto, senza fornire alcuna ragionevole spiegazione (un po' come fanno le amministrazioni di destra che tanto dispiacciono ai nostri amministratori locali di sinistra), un bene comune è stato privatizzato. 

Eppure, dagli atti pubblici disponibili ai cittadini, non risulta che tale privatizzazione sia stata decisa dal Consiglio comunale. 

Semmai il comune aveva assegnato la Villa (esclusa la dépendance), qualche anno fa, alla Fondazione cultura: società partecipata a maggioranza dal comune, la quale doveva gestire al meglio l’edificio e il parco. Invece li ha chiusi e privatizzati, probabilmente su indicazione della stessa amministrazione comunale, affidandoli ad un altro soggetto privato. Il tutto con un ATTO CHE NON E' STATO MAI RESO PUBBLICO. 

Pertanto ad oggi non è dato di sapere con precisione se la villa CRASTAN (con il parco) sia stata data in concessione dalla Fondazione culturale al soggetto privato che la usa per lo più come luogo di rappresentanza.

Così, per quello che se ne sa, sembra proprio che un BENE PUBBLICO, di cui dovrebbero poter usufruire tutti i cittadini di Pontedera, che ne sarebbero formalmente i proprietari, venga invece sostanzialmente gestito come un bene privato.

E non si sa neppure se il Comune tragga da questo affido almeno un beneficio economico. Ovvero se il soggetto privato, che non è neppure chiaro come sia stato selezionato, paghi un qualche canone o un affitto o una pigione all'amministrazione comunale, proprietaria dell’immobile oppure  paghi qualcosa alle casse della Fondazione cultura. Mistero. 

Da quel che si capisce (poco, a dire il vero) si è di fronte ad una maggioranza comunale di centro sinistra che, dopo averne provate diverse e aver sprecato diversi soldi, anche regionali, per utilizzare villa Crastan, gestisce oggi un bene comune un po' alla buona. E questo sempre a essere buoni.

L’unica certezza è infatti il silenzio (imbarazzato?), accompagnato dalla chiusura permanente del cancello della VILLA CRASTAN, che la di solito loquacissima amministrazione comunale pontederese ha fatto calare sull’intera vicenda.

Che sia questa la maniera gramsciana di esercitare l’egemonia sui beni pubblici?

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